Stop al processo di vendita degli asset digitali di Telecom Italia Media, ossia dei multiplex, in gergo «Mux», che sarebbe poi il gruppo di canali trasmessi su una medesima frequenza. Ti Media aveva deciso di vendere le frequenze per la trasmissione dei canali del digitale terrestre per abbattere il forte debito. La decisione della controllata di Telecom non era stata vista di buon occhio dal governo in quanto sarebbe stato difficile controllare eventuali compratori: asset del genere sono per lo più nel mirino di fondi di investimento internazionali. E infatti in campo cera HighBridge Constellation, il fondo americano di private equity cui fa capo Dahlia Tv a cui Ti Media ha già venduto i soli canali a pagamento. Ma a fermare la vendita, che la società ha liquidato come difficile da portare avanti cè anche un altro problema.
La settimana scorsa Ti Media ha presentato un ricorso contro il ministero per lo Sviluppo Economico per lassegnazione delle frequenze del digitale terrestre, chiedendo un risarcimento di oltre 240 milioni. In alcune aree infatti a Ti Media sono stati assegnati solo tre multiplex contro i quattro che la società ha invece ottenuto in Sardegna. Il ministero ovviamente non ha gradito ritenendo di aver assegnato a Ti Media le giuste frequenze. In ogni caso la questione resta sospesa come pure la vendita degli asset digitali. «Ora dovremo elaborare una nuova strategia per riequilibrare la situazione finanziaria del gruppo» - ha detto il vicepresidente esecutivo, Giovanni Stella che non ha escluso la possibilità che la società possa ricorrere a un aumento di capitale. «Stiamo studiando un piano alternativo - ha detto Stella - valuteremo tutte le soluzioni».
Già si sa che ci sarà una nuova riunione del cda per un aggiornamento del piano industriale ai primi di dicembre. Ieri Ti Media ha comunicato i risultati dei primi nove mesi chiusi con ricavi a 159 milioni di euro in crescita dell1,5% mentre la perdita netta è di 55,2 milioni (contro 75,2 di un anno fa). Lindebitamento netto è salito a 317,4 milioni dai 286,8 del 31 dicembre.
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