Roma - Platinata spumeggiante e pazzerella, o biondo-cenere sofisticata e austera? La sua nuova interpretazione, a pochi giorni dall'ultimo ruolo (elettrica padrona di casa del Grande Fratello) ripropone la domanda ricorrente: cosa vuol fare da grande Alessia Marcuzzi? A vederla nelle nuove, quattro puntate de Il giudice Mastrangelo (seconda serie della fiction giallo-rosa interpretata da Diego Abatantuono e Amanda Sandrelli, da domani in prima serata su Canale 5) sembra così diversa dal solito, nei rigorosi tailleur neri del pubblico ministero Claudia Nicolai. Cambio di ruolo non facile, oltrechè inatteso: nella storia diretta da Enrico Oldoini, infatti, la Marcuzzi si trasforma in un magistrato ex fiamma del giudice Mastrangelo, inviato a seguire un caso su cui Abatantuono non può indagare, e destinato a mettere in temporanea crisi i suoi progetti matrimoniali con la fidanzata Federica (la Sandrelli). «Ma non è solo il passaggio dal compito di conduttrice a quello di attrice, a incuriosire gli altri - riflette Alessia -. È anche il carattere di questo personaggio: serio, ordinato, puntiglioso. Così diversa - insomma - dalla Marcuzzi che tutti conoscono». Debuttante su Telemontecarlo come animatrice per bambini; conduttrice in Colpo di fulmine e Festivalbar; cronista ironica in Mai dire Gol; guastatrice impertinente in Le Iene; attrice agli esordi in Carabinieri...
Ma cosa sognava di fare da grande Alessia Marcuzzi?
«Di fare l'attrice. Fin da bambina, fin dalle prime recite scolastiche. Quasi vent'anni fa feci il primo provino, una cosa televisiva non finalizzata alla recitazione (allora eravamo in poche a farne, e di nascosto dai genitori; mica come adesso, che le aspiranti non si sa più dove metterle) e mi proposero un programma per bambini. Ma ho continuato sempre a coltivare quel primo sogno. Anche quando ne ho realizzati altri, come condurre il Festivalbar. Io, che l'avevo sempre seguito in tv, mi trovai all'Arena di Verona ad intervistare Maria Carey e i Red, Hot Chily and Pepper!».
Ma il suo primo sogno è riuscito a diventare realtà?
«Be’, ammetto: come attrice ho ancora molta strada da fare. Questo è un mestiere in cui non si smette mai d'imparare. Me ne accorsi sul set del mio primo film, Il mio West, con Pieraccioni. Avevo solo tredici pose, ma tutte insieme a star del calibro di Harvey Keitel e David Bowie. Ero veramente nessuno. E fortuna che sapevo parlare correntemente in inglese! Oggi sto crescendo: l'incontro con Diego Abatantuono ed Antonio Catania, ad esempio, è stato fondamentale per me».
Con Abatantuono eravate già stati compagni di lavoro...
«Esatto, ma a ruoli invertiti. Abbiamo condotto assieme Scherzi a parte: ma lì l'esperta ero io, e il novellino lui. A presentare Diego non si trovava a proprio agio, così si appoggiava molto a me. E ora, dopo che lui ha caldeggiato molto la mia scelta per questo ruolo in Mastrangelo, è accaduto il contrario».
E l'esperienza del Grande Fratello?
«Un ruolo che mi ha molto maturata. Sempre per il mio carattere io ero abituata ad andare un po' a ruota libera; ad essere sempre esuberante. Nonostante l'aria frivola, invece, nel Grande Fratello tutto dev'e essere molto esatto, molto preciso. E poi era la prima volta che conducevo tutto da sola. Oneri e onori. Una bella responsabilità!».
Compresi quella degli ascolti modesti?
«Ma no: gli ascolti televisivi non sono più quelli di una volta. Abbiamo vinto quasi sempre, abbiamo battuto pure Il medico in famiglia, che sembrava inavvicinabile. È stato un successo.
E per il futuro?
«Incredibile ma vero: a parte altre quattro puntate di Mastrangelo, non ho alcun progetto. Perché? Devo preoccuparmi?».
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