Marea nera, messo il «tappo» sulla falla più piccola

Si cerca di tamponare, di limitare i danni. Impresa disperata per salvare quello che resta, eppure sembra che la Marea Nera si stia prendendo tutto. Il disastro ambientale nel Golfo del Messico è stato scatenato da una bolla di gas metano, partito dal fondale marino e che è esplosa in superficie: è quanto ha appurato l’indagine interna della British Petroleum, l’azienda petrolifera proprietaria della piattaforma. L’esplosione avvenuta il 20 aprile alla Deepwater Horizon, a circa 42 chilometri da Venice, in Louisiana, ha causato la morte di 11 dipendenti e innescato un disastro ambientale di cui ancora non sono chiare le proporzioni. Secondo un esperto statunitense dell'Università di Miami infatti la marea nera ha raggiunto il paradiso naturale delle Isole Chandeleur. L’incubo di un eco-disastro inizia a diventare realtà. «Il petrolio è su tutte le Chandeleur», ha riferito un funzionario della Nooa, la National oceanic atmospheric administration riferendosi alla prima parte di territorio colpito dalla marea. Un altro funzionario ha riferito che sono stati trovati i primi uccelli sporchi di petrolio. Altre fonti hanno d’altra parte riferito di alcuni uccelli, tra i quali cormorani, già incatramati dal greggio.
Intanto però arriva anche una notizia positiva: è stata chiusa una delle tre falle - la più piccola - sul fondo del Golfo del Messico a circa 1.500 metri di profondità dalle quali da venti giorni escono almeno 5 mila barili di petrolio al giorno. Lo ha annunciato la Bp, proprietaria del pozzo. Un portavoce della Guardia Costiera statunitense ha aggiunto che questo non cambia la quantità del flusso di petrolio immesso in mare, ma semplificherà le operazioni di contenimento.
L’operazione di contenimento è stata complicata: «Robot teleguidati hanno tagliato una sezione del tubo, usato per portare il petrolio dal pozzo alla piattaforma, tappandolo con una valvola», hanno spiegato dalla Bp. «Mentre questo ha bloccato una delle tre falle, il petrolio continua a riversarsi nel Golfo del Messico a una velocità di circa 5 mila barili al giorno».


La Napolitano ha annunciato che oltre 34 miglia di galleggianti sono stati dispiegati sulla superficie del mare al largo dalle coste del Mississippi. Successivamente la Napolitano ha detto che l’emergenza è in evoluzione, senza scartare il rischio che la marea diventi «un disastro senza precedenti».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica