Il maresciallo incastrato da uno scambio di nomi nel verbale del pentito

Gian Mario Doneddu, maresciallo dei carabinieri, un encomio dopo l’altro. Esperto in travestimenti e protagonista di rischiose azioni da infiltrato, può solo aspettarsi di finire la sua carriera in un crescendo di successi. E invece nel 1996 la sua vita si capovolge quando un camionista, ex spacciatore, decide di collaborare con la magistatura e, nell’ambito di indagini già avviate sul colonnello Michele Riccio, fare i nomi di chi lo avrebbe indotto ad acquistare e smerciare droga per incastrare spacciatori e ricevere encomi. Doneddu non c’entra nulla. Ma viene messo sotto accusa alla fine del 1996 e arrestato il 10 giugno del 1997. Il provvedimento gli viene notificato mentre si trova in Kuwait a svolgere un delicato incarico per la nostra ambasciata. Ben sapendo di essere innocente e convinto di poter dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che vengono contestati ad altri suoi colleghi di reparto rientra immediatamente. Che cosa è accaduto? Semplicemente che, per una trascrizione sbagliata il suo nome è stato erroneamente inserito nel verbale d’interrogatorio del pentito. Risultato? Un iter giudiziario durato 11 anni, tanto che solo nel 2009 viene scagionato.

Un tempo assurdo per dimostrare la sua innocenza, per ottenere le registrazioni degli interrogatori in cui il suo nome non è mai comparso. La sua carriera di brillante e fedele servitore di questo Stato è andata miseramente in frantumi. Per una trascrizione sbagliata.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica