Paola Setti
Quando gli è arrivata la voce, Mario Margini il superassessore comunale diessino in corsa per la successione di Giuseppe Pericu ha immediatamente chiamato gli «amici» della Margherita: «Non facciamo scherzi». Ma val poco una telefonata, nella corsa senza esclusione di sgambetti per piazzare la bandiera su palazzo Tursi. Così, la Margherita ieri è uscita allo scoperto, con un Luigi Merlo assessore regionale a metterla lì come non fosse una dichiarazione di guerra: «È chiaro che se il 28 e 29 maggio la Margherita perdesse il Comune di Napoli potrebbe rivendicare il sindaco di Genova a livello nazionale, e il candidato naturale, in quanto esponente di primo piano del partito, sarebbe il vicepresidente della Regione Massimiliano Costa».
Figurarsi. Potrebbero forse apprezzare i prodiani della Margherita: se Costa diventasse sindaco, al suo posto in consiglio regionale entrerebbe Lorenzo Basso. Ma se Margini sè allarmato, la coalizione è entrata in subbuglio. Allinnervosito «no comment» di Rifondazione comunista, che rivendica la poltrona da quando le elezioni politiche lhanno premiata più della Margherita, ha fatto da contraltare lo stop di Paolo Striano il segretario genovese della Margherita: «Quella di Costa sarebbe una candidatura autorevole che dimostra come la Margherita sia vitale e possa proporre diverse personalità. La priorità però è il programma, perché è su quello che si decidono coalizione e nome». Tradotto, significa che nessuno potrà rivendicare alcunché fino a quando Rifondazione non avrà sottoscritto il programma dellUnione, «è chiaro che lidentikit di un candidato no global tracciato dal segretario di Rifondazione Bruno Pastorino non corrisponde ai nostri valori». E fino a quando, soprattutto, non sarà stato sciolto il nodo Provincia.
Pastorino prima e Merlo poi infatti, hanno scandito che se il presidente Alessandro Repetto si volesse ricandidare le primarie per palazzo Spinola sarebbero inutili. Ed è qui la vera partita. Trattasi di spartirsi i palazzi. «Merlo candida Costa ma non vuole le primarie in Provincia, ma noi mica possiamo avere sia Tursi sia palazzo Spinola» commenta Striano. E infatti. Il problema è stabilire, «tutti insieme» naturalmente, chi corre per che cosa. Se il Comune va alla Margherita, la Provincia potrebbe andare a Rifondazione. E viceversa. Ma i tasselli sono ancora tutti allaria. I Ds davvero rinunceranno alla poltrona di sindaco? E Repetto si farà da parte rimettendosi alle esigenze della coalizione? Non cè nemmeno da sperare che nel frattempo nasca il partito democratico, visto che in quel caso, parola di Merlo, la Margherita proporrebbe un ulivista come Stefano Zara, e vagli a dir di no dopo la grande esclusione dalle politiche. Ecco.
Le primarie? Ah, già, sera detto che il candidato sindaco lo avrebbe deciso lelettorato. Ma mica si può rischiare che fra i litiganti vinca Marta Vincenzi.
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