Gianandrea Zagato
Del candidato sindaco non cè traccia. Tutto rimandato a settembre, se va bene. E comunque dopo il programma. Preannuncio dellennesimo tormentone della politica cittadina. Cronologia da copione per quelli del Cantiere unionista. Che in compenso hanno già un assessore della futura squadra di governo. Casellina prenotata dalla Margherita che non ci sta a far trascorrere inutilmente lattesa. E per chiarire, senza troppi giri di parole, qual è il futuro che attende i soci del Cantiere propone Otto Bitjoka. Sì, un assessore di colore.
Ma, attenzione, «scontato pensare allassessorato allImmigrazione» dicono allunisono Nando Dalla Chiesa e Alberto Mattioli. Che chiariscono di «non offrire una provocazione a Milano» ma di «voler dare, invece, uno scossone alla città»: «Gli immigrati sono una realtà produttiva meneghina e possono contribuire al suo rilancio tramite rappresentanti autorevoli nella prossima giunta». Chiosa firmata Dalla Chiesa e supportata dalla «voglia dimpresa» degli immigrati: trend in crescita - «sono triplicate in cinque anni le aziende individuali» - che per Mattioli attende ancora la «risposta del riformismo». Già, secondo il vicepresidente della Provincia manca una «risposta pronta della politica dintegrazione a livello cittadino» nonostante - dati dellanagrafe di via Larga - ci siano «dodici extracomunitari ogni cento milanesi». Assenza di risposta «per la sfida di inizio millennio di Milano, dove occorre investire sul fronte delle opportunità che offrono gli immigrati e non solo sulla sicurezza».
Sfida che la Margherita rilancia mettendo sul tavolo il curriculum vitae di Otto Bitjoka che ha in tasca due lauree - targate Cattolica e Bocconi - e guida una società di servizi telematici, «sono più di settemila gli immigrati che quotidianamente utilizzano i servizi offerti nei nostri sei uffici spalmati sulla Lombardia». E che nella veste di assessore ha già in serbo un progettino - «dotare Milano di servizi telematici pubblici» - e un sogno, «ritrovare la Milano col coeur in man per dar vita a un fondo di filantropia». Ma la Margherita si spinge più in là e preannuncia «ghisa di colore, tramvieri di colore e via dicendo».
Valutazione condivisa da tutti quelli del Cantiere che sempre più si muovono disordinatamente, senza far quadrato. Ma, soprattutto, senza il candidato sindaco.
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