da Milano
Alla vigilia di un processo che potrebbe scoperchiare un doloroso vaso di Pandora familiare, Margherita Agnelli resta fiduciosa che la battaglia per la trasparenza della sua situazione ereditaria avrà successo e insieme non chiude le porte a una soluzione amichevole del contenzioso. «Sono andata davanti a un giudice perché si possa fare sufficiente chiarezza... Il mio cuore è speranzoso di trovare un dialogo», dice la cinquantaduenne erede della dinastia Fiat, intervistata dallagenzia Reuters. Il ricorso che i suoi avvocati hanno presentato al Tribunale di Torino - prima udienza domani 10 gennaio - consiste in una «richiesta di rendiconto» ai gestori sul reale patrimonio che oltre tre anni fa è stato oggetto di unintesa con la madre Marella. La vicenda riguarda denaro - asset che potrebbero non essere stati inclusi nellaccordo firmato un anno dopo la morte dellAvvocato nel 2003 - e sfiora il potere nella stessa Fiat, dove il primogenito di Margherita, John Elkann, è il delfino della famiglia. Ma lunica figlia vivente di Gianni Agnelli, che oggi si presenta con il cognome del secondo marito, Pahlen, tiene a ribadire che «la questione economica non è la chiave di lettura» e dice di essersi chiesta: «Se non ho capito quale è la realtà totale, come lascio le cose a tutti e otto i miei figli? Tutti sono miei figli, uno non ha il cuore diviso».
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