Maria ora col fratello, poi chissà La linea morbida dei bielorussi

Affido temporaneo alla famiglia che ospita il 13enne Sasha. «In Italia? Vedremo»

Monica Bottino

da Genova

Le porte dell’orfanotrofio, per Maria-Vika, non si apriranno più. Le autorità bielorusse hanno stabilito che la piccola, che nel mese di settembre era stata nascosta dalla famiglia Giusto per evitare il rimpatrio nell’internat di Vilejka, andrà, almeno per il momento, con la famiglia che ospita già il fratello Sasha, di 13 anni. Per il momento, appunto, visto che per la bambina è stato deciso un affido solo temporaneo alla famiglia Vasilevski, che ha già altri due figli, un ragazzo e una ragazza adolescenti. Per i nuovi genitori bielorussi, che da tempo hanno espresso la massima disponibilità a riunire a casa propria i due fratelli, a questo punto sarà benvenuto l’aiuto che i Giusto potranno fornire dall’Italia per il sostentamento di Maria-Vika. Si profila così l’attuazione di un percorso che potrebbe sfociare fra qualche tempo perfino nell’adozione da parte dei Giusto, della bambina insieme al fratello.
È trascorso circa un mese da quel venerdì 29 settembre in cui la piccola fu rimpatriata con un blitz che ha indignato molti, in Italia e non solo, ma in quella notte così scura da sembrare infinita si è accesa una luce. «Siamo felici che Vika venga accolta in una famiglia come questa, che conosciamo e stimiamo moltissimo - dice Chiara Bornacin, la mamma di Cogoleto -, certamente noi continueremo a fare di tutto perché si avveri il sogno di adottare quella che per noi è già una figlia, ma l’importante è che Vika adesso sia con persone che le vogliono bene e che sia vicina al fratello, l’unico parente che le è rimasto in Bielorussia». Sasha durante le vacanze viene in Italia, in Sardegna, da una famiglia che vorrebbe dargli un futuro. Così il sogno dei Giusto è quello di poter presto rivedere la piccola. «Speriamo che questi due bambini già abbastanza sfortunati possano adesso contare non su una sola ma su tre famiglie - continua Chiara Bornacin -. E possiamo dire che se vorranno rimandare Vika a trascorrere qualche periodo con noi come prima, di certo saremo ben felici adesso di farla rientrare in Bielorussia dalla sua famiglia».
Dal 29 settembre a oggi la bambina ha seguito un programma di recupero psicologico. Ma poco si sa dei risultati. E, in ogni caso, le uniche notizie sulle condizioni della bambina sono arrivate dalla Bielorussia e non certamente dalla magistratura minorile italiana, che ha ritenuto di non fornire alcun resoconto. Invece proprio la Bielorussia, che era sembrata avere la posizione più intransigente, potrebbe presto riportare alla normalità anche la situazione giudiziaria a carico della famiglia di Cogoleto. Sui Giusto, che in Italia sono ancora accusati di sottrazione di minore (insieme al parroco di Cogoleto e ai frati della Val d’Aosta), anche in Bielorussia pende un procedimento penale, che però potrebbe essere presto ritirato.
I Giusto, che stanno per formalizzare per via diplomatica la richiesta di adozione, vedranno l’ambasciatore della Repubblica di Belarus in Italia, Alexey Skripko, nei prossimi giorni. «Certamente non sarà possibile un incontro per Natale - spiega Diego Perugini, l’avvocato dell’ambasciata bielorussa che ha seguito la vicenda dall’inizio -, in questo periodo la bambina dovrà cominciare a vivere nella nuova famiglia, con il fratello, ma più avanti, perché no? Credo proprio che i Giusto potranno riabbracciarla».
Se uno spiraglio si apre nel caso eclatante di Vika, che finalmente non sarà più costretta a tornare nell’internat di Vilejka dove ha subito pesanti sevizie e violenze sessuali per due anni, non ci sono sostanziali novità sull’avanzamento delle altre pratiche di adozione già avviate e sui viaggi di salute per i bambini degli orfanotrofi, viaggi per il momento bloccati. L’ambasciatore Skripko da oltre venti giorni avrebbe inviato al ministero degli Esteri italiano una lettera in cui chiede a nome del suo governo il riavvio del tavolo delle trattative, ma dalla Farnesina non vi è ancora stata risposta.

«Stiamo lavorando - taglia corto Marco Villani, consigliere di Massimo D’Alema ed esperto di rapporti con la Bielorussia - non possiamo mica sederci a un tavolo così, senza sapere nemmeno cosa dire e cosa fare. Ci vuole tempo». Proprio quello che non hanno i bambini che attendono una famiglia o almeno una vacanza in Italia.

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