Primo sciopero nella storia del gruppo Mariella Burani, dopo la dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale di Milano della controllante Dbh, mentre la ricapitalizzazione sembra ormai altamente improbabile - il termine scadeva alla mezzanotte di ieri - e lad Gabriele Fontanesi, a quanto si apprende da fonti finanziarie, sta preparando domanda di concordato preventivo. A decidere sarà un cda che dovrebbe tenersi oggi o domani. Sindacati e lavoratori invece insistono nel chiedere il commissariamento attraverso il ricorso alla legge Marzano: Un corteo di un centinaio di lavoratori, sindaco in testa, ha sfilato per le strade del paese ancora coperte di neve, innalzando cartelli e striscioni e lanciando slogan, davanti alla villa della famiglia Burani per raggiungere infine la piazza del municipio. Lavoratori e proprietà, si è poi appreso, si ritroveranno il 18 febbraio al tavolo convocato dal ministero dello Sviluppo economico.
Ma «the show must go on»: Mariella Burani parteciperà comunque alla prossima settimana della moda femminile, sia pure rinunciando ad una sfilata vera e propria, a favore di una più sobria presentazione rivolta a buyer e stampa. E loperatività quotidiana dellazienda continua: le consegne della collezione primavera/estate 2010 si concluderanno come previsto entro marzo, mentre la collezione autunno/inverno 2010-2011 è negli showroom. Intanto, le diverse società quotate della galassia Burani, su richiesta della Consob, si «smarcano» dal destino di Bdh. Dopo la decisione del Tribunale di Milano - che ha dichiarato il fallimento della holding che ha in pancia il 70% di Mariella Burani Fashion Group - il consiglio di amministrazione della società è di fatto commissariato e potrebbe presto essere sostituito dal curatore fallimentare Diego Moscato.
Cè poi la situazione di Antichi Pellettieri, che controlla tra laltro i marchi Coccinelle e Mandarina Duck, ed è a sua volta controllata da Mbfh. Laccordo, più volte rimandato, per la sistemazione del debito di Ap - per cui si è spesa molto Unicredit - permetterebbe di mettere al sicuro la società e sottrarla ai gravi rischi che gravano sul resto del gruppo. Ieri Ap (che è tuttora presente sul listino di Piazza Affari) ha diffuso una lunga nota, in cui, oltre a comunicare che non esistono rapporti di debito/credito o garanzia con Bdh, ricorda anche che il fallimento della holding di diritto olandese «potrebbe essere interpretato come un cambio di controllo ai sensi dei patti parasociali vigenti tra Antichi Pellettieri e 3i Sgr S.p.A. relativi a Mosaicon», con la possibilità quindi che 3i, azionista di Mosaicon con il 49%, rilevi la quota di maggioranza in mano ad Ap. Ma la nota ricorda anche che sono state approvate le linee guida di un accordo con 3i per modificare i patti parasociali vigenti.
Quanto a Greenvision, società attiva nel settore ambiente e servizi correlati, e Bioera, presente nel biofood, entrambe negano lesistenza di rapporti di debito o di credito, nonchè di rapporti di partecipazione diretta e indiretta con la holding Bdh. A differenza di Ap, le due società infatti dipendono da Greenholding della famiglia Burani.