C'è qualcosa che mi sfugge in questa specie di buco nero in cui è andato a cacciarsi l'Expo 2015. È possibile che per un nome, anzi per una persona, cioè Paolo Glisenti, braccio destro della Moratti e amministratore in pectore (ma non ancora nominato) della società che dovrà gestire l'esposizione internazionale si blocchi tutto?
O è possibile che tutto sia fermo per le divergenze (ma c'è chi parla di antipatia, che sarebbe anche peggio) fra il ministro Tremonti e Lady Letizia? È possibile che il milanesissimo Berlusconi stia a guardare tutto ciò senza intervenire, senza dire: adesso basta con questi tira e molla, si fa così e così, rimboccatevi le maniche e partite.
È possibile che tutte queste persone non si rendano conto che un'eventuale figuraccia di Milano sarà una figuraccia politica di tutta l'Italia? È possibile che il governo che trova i soldi per ripianare i buchi di Roma e di Catania non trovi quattro milioni - dicesi quattro - per far partire la macchina di Expo? È possibile che in un momento di gravissima crisi economica come quella che stiamo attraversando si tengano in maggior conto antipatie personali, ripicche e cianfrusaglie varie che non un'opportunità di rilancio incredibile non soltanto per Milano e la Lombardia ma per tutta l'Italia?
È possibile che in un momento in cui migliaia di lavoratori perdono o rischiano di perdere il loro posto di lavoro non si faccia il possibile, anzi l'impossibile, per dare il via a quei cantieri e a quelle iniziative che, secondo le stime fatte, dovrebbero garantire il lavoro a settantamila persone? A tutte queste domande io non so dare che una sola risposta No, non è possibile. Visto che tutto ciò sta invece accadendo mi domando se, dietro, non ci sia qualcosa che non sappiamo, che nessuno ci dice.
Intanto si rimanda di settimana in settimana ed è passato quasi un anno dall'aggiudicazione dell'Expo a Milano. Un anno buttato al vento. Ed è ancora tutto fermo.
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