Roma - Franco Marini non getta la spugna. Lo spiraglio di cui aveva parlato al momento di avviare gli incontri, è ancora aperto: "Se fosse chiuso starei in vacanza, invece lavoro anche lunedì ", risponde ai giornalisti che gli chiedono una valutazione sulle consultazioni. Marini tiene a mettere in evidenza la concordia registrata negli incontri di questa mattina con le parti sociali sulla necessità di cambiare la legge elettorale. Tutti, ha detto, hanno "unanimemente riconosciuto la necessità di un passaggio di cambiamento dell'attuale legge elettorale".
Comunque, ha spiegato Marini, gli elementi conclusivi si avranno solo lunedi, dopo gli incontri con An, Forza Italia e Pd. Ma i margini di Marini sembrano obiettivamente sempre più stretti, E' sembrato prenderne atto anche il leader degli industriali Luca Cordero di Montezemolo, che uscito dallo studio di Marini ha posto un aut aut: "Se non ci sono le condizioni per lunedì o martedì, e noi crediamo che non ci siano, non perdiamo tempo".
I sindacati: andare avanti I vertici di Cgil, Cisl e Uil , incontrati in mattinata da Marini, hanno invece insistito sulla necessità di non interrompere la legislatura. Secondo il leader della Cgil Epifani "occorre andare alle elezioni con una legge elettorale più rispettosa". Inoltre, ha aggiunto, l'interruzione immediata della legislatura comporterebbe l'impossibilità di affrontare un problema urgentissimo come quello dei redditi dei lavoratori: "Il paese - ha sostenuto - ha problemi che non possono aspettare". Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha dato appoggio al tentativo di Marini, spiegano che il nuovo governo dovrebbe occuparsi della legge elettorale "ma anche di temi economici". La stessa esigenza è stata posta dal segretario della Uil Luigi Angeletti, secondo il quale "la prima, vera esigenza è quella di ridurre le tasse sui salari", e dunque serve un governo che compia "questo primo atto", senza dimenticare le nuove regole elettorali per correggere il "bipolarismo malato". Nello studio di Marini sono entrati anche i rappresentanti dell'Ugl e i vertici di Confcommercio, Confartigianato e delle cooperative.
"Referendum in primavera" Ascoltati anche i referendari, che hanno chiesto a Marini di garantire lo svolgimento del referendum "nel più breve tempo possibile", come ha spiegato il presidente del comitato referendario Giovanni Guzzetta. La richiesta dei referendari è quella di votare in primavera e sciogliere le Camere subito dopo. Esaurita questa prima "tranche" di consultazioni, Marini si prende ora un giorno di riflessione.
Un giorno di riflessione Lunedì concluderà gli incontri di Palazzo Giustiniani ricevendo i partiti maggiori (An, Forza Italia e Pd) e gli ex presidenti della Repubblica. I margini di Marini, ormai, sembrano strettissimi. La proposta di una grande coalizione "attorno a Marini" per riscrivere le regole, avanzata da Walter Veltroni, è stata bloccata sul nascere da Fini, che l'ha definita "strumentale", e dal portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti, che ha accusato il leader del Pd di "ribaltare la realtà ".
Anche l'Udc di Casini sembra salda sulla richiesta di elezioni, rinviando al dopo le riforme: Pier Ferdinando Casini ha detto di condividere la proposta di Montezemolo, da lui interpretata come necessità di arrivare a una "pacificazione" dopo la prova elettorale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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