da Roma
Con la Relazione unificata sulleconomia e la finanza pubblica, Tommaso Padoa-Schioppa ha inviato due messaggi al mondo politico e sindacale. Il primo: soltanto dopo una lunga trattativa con lUnione europea sarà possibile definire se ci sarà o no un extragettito da destinare alla riduzione del carico fiscale. Il secondo: i conti pubblici del prossimo anno (intesi a legislazione vigente) già scontano lo «scalone» previdenziale della riforma Tremonti-Maroni e il taglio dei coefficienti di calcolo (tra il 6 e l8%) dellassegno per i futuri pensionati.
Nonostante la «linearità» dei messaggi del ministro dellEconomia, il mondo politico e sindacale dibatte se il taglio del carico fiscale deve prima andare alle imprese oppure alle famiglie. O se la riduzione dei coefficienti può o no rientrare nella riforma previdenziale. A questo dibattito non sfuggono il presidente del Senato e il segretario della Cisl; come se il documento del governo non fosse stato approvato dal Consiglio dei ministri e il testo non fosse stato concordato, anche nelle virgole, dal presidente del Consiglio.
Da Cernobbio, dove la Confcommercio di Carlo Sangalli rilancia un Patto per la Crescita, Franco Marini corregge lipotesi di Padoa Schioppa di far partire la riduzione fiscale dalle imprese.
«È importante - osserva il presidente del Senato - riavviare il ciclo positivo rappresentato dai consumi delle famiglie. E poiché lopportunità cè, occorre che una limatura fiscale per imprese e famiglie vadano insieme».
E sulla sua scia si accodano Clemente Mastella e Angelo Bonelli (capogruppo dei Verdi), Luca Volontè (Udc) e Raffaele Bonanni della Cisl. Tutti daccordo a dividere leventuale extragettito alle famiglie. Una cosa è certa - commenta Enrico Morando, presidente diessino della commissione Bilancio di Palazzo Madama - «è demenziale utilizzare tutto lextragettito in interventi a pioggia, quando dovrebbe servire per promuovere lo sviluppo del Paese». Fra laltro - come ha ricordato Padoa-Schioppa - soltanto a giugno si potrà sapere comè andata la trattativa con Bruxelles sullutilizzo delle maggiori entrate; e a quel punto sarà possibile conteggiarle nel Bilancio dassestamento, ed eventualmente, decidere il loro utilizzo.
Sulle pensioni Bonanni insiste: la Cisl, piuttosto che affrontare il tema della revisione dei coefficienti, è disponibile ad affrontare il tema dellallungamento delletà di ritiro. Insomma, è pronta ad accettare lo scalone, ma niente taglio ai coefficienti. Eppure, il quadro tendenziale di finanza pubblica già lo prevede.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.