Marocchina stuprata in una baracca

Ancora un caso di violenza sessuale, denunciato in città. Una giovane marocchina stuprata da un altro straniero, forse un suo connazionale. Vicenda tuttavia dai contorni ancora tutti da chiarire perché gli investigatori della squadra mobile, incaricati delle indagini, hanno messo la sordina all’informazione. Per la comprensibile preoccupazione che qualsiasi particolare, oltre alla mera conferma dello stupro, potrebbe dare un vantaggio al bruto.
Di certo dunque c’è solo la denuncia della donna, appunto una giovane proveniente dal Nord Africa, classe 1982, che l’altro pomeriggio verso le sei ha chiamato il 118. La centrale operativa di Niguarda ha inviato un’ambulanza che ha raccolto la giovane in zona Corvetto e l’ha poi condotta alla clinica ginecologica Mangiagalli. E contemporaneamente ha girato l’allarme alla polizia, in quel momento competente in quel settore della metropoli.
Gli investigatori l’hanno raggiunta in ospedale e si sono fatti raccontare l’episodio. Pochissimi, come detto, i particolari. Si sa solo che la ragazza, regolare in Italia, ha raccontato di essere finita in una baracca non lontano dal punto dove è stata raccolta. Ma non è chiaro se si sia recata spontaneamente o trascinata con la forza. Qui sarebbe stata aggredita da un altro cittadino straniero, sembrerebbe un connazionale, che l’ha stuprata. Non viene precisato neppure se la giovane sia stata lasciata dal suo aguzzino o se sia riuscita a scappare. Fatto sta che avrebbe raggiunto piazzale Corvetto, da dove ha chiamato il 118 per farsi assistere.
Neppure dalla Procura della Repubblica arrivano altri particolari sulla vicenda, anche perché il rapporto della Polizia di Stato è giunto solo nel primo pomeriggio di ieri sul tavolo del sostituto procuratore di turno Margherita Taddei.

Ma tanta riservatezza indica come gli investigatori della squadra mobile e il magistrato siano abbastanza certi di riuscire in breve ad assicurare l’aggressore alla giustizia. Ma anche come temano che qualsiasi indiscrezione possa mettere in guardia il violentatore e magari convincerlo a lasciare al più presto la città prima di essere individuato e arrestato.

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