Maroni promuove la linea dura: Daspo per i violenti in piazza

RomaPiace anche a Roberto Maroni, l’idea avanzata venerdì da Alfredo Mantovano, sottosegretario al ministero dell’Interno, di allargare l’utilizzo del Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) ai cortei di piazza. Il responsabile del Viminale lo ha spiegato ieri a Vicenza. «Mi sembra una proposta interessante - afferma il ministro - perché il Daspo sta funzionando molto bene dentro gli stadi». Maroni e Mantovano, insomma, ritengono esportabile il modello anche a manifestazioni di protesta come quella degenerata negli scontri di piazza di martedì scorso.
Il responsabile del Viminale ha in mente, a questo proposito, di inserire alcune norme sul modello del Daspo nel testo del nuovo disegno di legge sulla sicurezza che inizierà il suo iter parlamentare proprio all’inizio della settimana prossima nella Commissione giustizia presieduta da Filippo Berselli (Pdl). Da un lato c’è l’urgenza di prepararsi a quanto potrebbe accadere mercoledì 22 in concomitanza dell’approvazione della riforma universitaria voluta dal ministro Mariastella Gelmini. Dall’altro c’è la necessità di pensare al lungo periodo per evitare il ripetersi di incidenti come quelli di martedì scorso.
È il sindaco di Roma Gianni Alemanno a chiedere tempi lunghi per la discussione e l’approfondimento di quest’idea. «Magari già a gennaio - ricorda il primo cittadino - quando la tensione sarà calata». La proposta di Mantovano comunque trova compatto tutto il centrodestra. Dal centrosinistra, invece, arriva la classica chiusura ideologica. L’europarlamentare dell’Italia dei valori, Luigi De Magistris, arriva a dire che l’idea di allargare l’utilizzo del Daspo e gli allarmi lanciati da sindaco di Roma e ministro dell’Interno per le manifestazioni della prossima settimana alimentino «una strategia della tensione che mette a rischio la tenuta della democrazia». Per Massimiliano Smeriglio, portavoce di Sinistra ecologia e libertà, la proposta di Mantovano è semplicemente «ridicola». Rincara la dose Angelo Bonelli dei Verdi che vede in Maroni e Alemanno due Pinochet in sedicesimo.
Respinge al mittente queste critiche Iole Santelli (Pdl) che invece vede nell’applicabilità del Daspo anche per le manifestazioni di protesta un’opportunità democratica. «Non è tollerabile - spiega la vicepresidente della Camera - che pochi soggetti violenti impediscano di fatto alla maggioranza civile dei manifestanti il diritto di manifestare democraticamente il proprio pensiero». Le fa eco la compagna di partito Anna Maria Bernini. «Sembra che in una certa sinistra - spiega l’esponente del Pdl - alberghi ancora uno sterile gattopardismo di ritorno, arroccato nella tutela demagogica di ideologismi che vanno a scapito della sicurezza dei cittadini».
Fabrizio Chicchitto va oltre considerando le critiche alla proposta di Mantovano utili solo a chi vuole «dare copertura ai disordini di piazza». Tra i Democratici è Enzo Bianco a mostrare interesse verso la proposta di Mantovano che giudica valida «a patto che non venga imposta per decreto ma discussa in Parlamento». Ad applaudire l’idea sono anche i poliziotti.

Enzo Maria Letizia, segretario nazionale dell’associazione nazionale funzionari di polizia, accoglie con favore la proposta ricordando che fu la sua stessa associazione a suggerire per prima l’utilizzo del Daspo in simili circostanze. «Anche se da sola non basta - conclude Letizia - perché una simile misura dovrebbe accompagnarsi all’introduzione di nuovi strumenti come le microtelecamere nei caschi, già sperimentate con successo in Francia».

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