Marrazzo «licenzia» la Mandarelli e tutto lo Sdi

Nella giunta regionale le turbolenze sono ormai all’ordine del giorno. Ieri il governatore Piero Marrazzo ha revocato le deleghe all’assessore alle Politiche sociali, Alessandra Mandarelli (Sdi): una decisione scaturita dalle forti critiche all’operato dell’amministrazione avanzate dallo stesso Sdi, che negli ultimi mesi ha più volte paventato l’uscita dalla squadra di governo. «Il presidente - recita la nota diffusa da Marrazzo - valuta con grande preoccupazione il protrarsi di una condizione di forte tensione interna allo Sdi, in relazione al tema della propria presenza nella giunta regionale. A tale riguardo aveva rivolto ad Alessandra Mandarelli l’invito a rimettere le deleghe attribuite, affinché gli effetti del confronto interno al suo partito non si riflettessero negativamente sulle responsabilità che competono a un membro dell’esecutivo regionale, sul lavoro della Giunta e sulla attività della maggioranza in consiglio regionale, della quale il gruppo dello Sdi costituisce un significativo riferimento». Quindi la stoccata finale all’ormai ex assessore: «Nella convinzione che la vita delle istituzioni debba essere tenuta al riparo dai dissidi interni alle forze politiche, il presidente Marrazzo, preso atto dell’indisponibilità dell’assessore Mandarelli a raccogliere il proprio invito, ha ritenuto di revocarle il mandato riassumendo le deleghe per le Politiche Sociali. Ogni ulteriore decisione in merito sarà assunta solo dopo un necessario chiarimento politico con i rappresentanti dello Sdi»
E la replica della Mandarelli non si è fatta attendere: «Al fine di evitare inutili equivoci e polemiche, voglio precisare che le mie dimissioni sono state sempre a disposizione dello Sdi. Nonostante mi dolga dover lasciare a metà un lavoro al quale ho dedicato tutte le energie possibili, comprendo le ragioni del Presidente». Infine le prospettive future: «Ora - prosegue la Mandarelli - il confronto sulla questione deve spostarsi negli organismi preposti alla discussione e alla decisione degli incarichi politici: il direttivo provinciale e quello regionale. Solo in queste sedi accetterò la volontà del partito».

«Ancora una volta - commenta il capogruppo regionale dei Sr, Donato Robilotta, - il gruppo del Lazio dello Sdi ha dimostrato di essere sempre più come una piccola cooperativa di stampo leninista senza né voglia né capacità di fare politica. Esprimo solidarietà alla Mandarelli per il modo in cui è stata ingiustamente trattata, e faccio gli auguri ad Anna Coppotelli che prenderà il suo posto».

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