Il capitolo della sanità sul piano di rientro continua a rimanere aperto, immobilizzato da polemiche e denunce che giorno dopo giorno ne scrivono le pagine. Lultima, in termini di tempo, è quella ribadita, ieri, dal presidente della Regione e commissario ad acta Piero Marrazzo che, ammette il disastro sanitario aggravato da un deficit di 400 milioni di euro, ma al tempo stesso lo minimizza attribuendolo in toto ai mancati fondi previsti per sanare il debito che lo Stato avrebbe dovuto trasferire alla Regione. Uno stallo sanitario denunciato dal presidente che parla di «un rischio di paralisi per il servizio del 118 del Lazio senza il supporto delle risorse del Governo». Intanto Marrazzo, mentre si nega al tavolo tecnico con lesecutivo, ne lancia uno «proprio». Dopo lincontro di venerdì con Cgil, Cisl e Uil, infatti, il presidente della Regione intende convocare un tavolo di concertazione aperto a parti sociali, organizzazioni di categoria e di rappresentanza. Scopo, secondo il Governatore, illustrare le (sue) soluzioni per risanare la sanità del Lazio senza imposizioni fiscali ai cittadini. Marrazzo nega a parole che ci sia «volontà dilatoria nella sospensione della nostra partecipazione al tavolo tecnico già convocato», ma il braccio di ferro continua, con linsistenza dellex giornalista nel segnalare «la priorità di definire i trasferimenti di cui la Regione ha diritto e necessità, senza i quali un percorso di risanamento non è nemmeno immaginabile». Insomma, subito i soldi, poi si torna a discutere del piano di rientro con il governo. Che il presidente-commissario cerca di «tranquillizzare»: «Il Lazio - sostiene - non cerca il finanziamento a piè di lista delle proprie inefficienze che combatte con serietà in un contesto complesso data la pesante eredità ricevuta». E a dare man forte al Governatore si rivede lex sindaco Walter Veltroni, che punta il dito su Francesco Storace: «La posizione assunta dal Governo nei confronti della Regione sulla sanità sta assumendo tratti vessatori. Il perdurare del blocco dei fondi necessari per riparare i terribili guasti provocati negli anni in cui la Regione era governata dal centrodestra non è in alcun modo più giustificabile».
Inevitabile la controreplica del leader della Destra: «Dopo tre anni di chiacchiere ora ci tocca sentire i piagnistei di Marrazzo: aveva promesso miracoli e lascia macerie, come dimostra il disavanzo annuale della sua amministrazione. Sgombri il campo se non ce la fa e consenta ai cittadini del Lazio di scegliere un presidente che governa e non lacrima».
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