Antonella Aldrighetti
Laffezione che la sinistra ha manifestato, senza remora alcuna, per la tassazione si è concretizzata sempre come regola inderogabile nellattuazione dei programmi elettorali. E la revisione delle aliquote sulla gabella una tantum riferite agli usi civici, che la giunta Marrazzo si sta apprestando a ritoccare, non fa eccezione. Infatti la voce ritocco è da intendere al rialzo naturalmente anche perché, lex teledifensore civico di «Mi manda RaiTre», già lo scorso anno in occasione della campagna elettorale per le regionali l'aveva espressamente riportato nel programma di «cancellare la legge che liquida gli usi civici» licenziata dalla Pisana sotto la giunta Storace.
Vale a dire che se la normativa corrente (legge 6 del 27/1/2005) consente ancora al piccolo proprietario di un lotto di terreno edificato si pagare 2.000 euro per un migliaio di metri quadri (ossia 20 centesimi di euro per ogni metro quadro), il colpo di spugna che la sinistra regionale intende dare, riporterebbe la tassa a lievitare almeno fino al 25 per cento dellattuale valore di mercato del terreno stesso. Un colpo gobbo che sì porterebbe risorse fresche nelle tasche dei comuni ma di cui, gli stessi enti locali, non sono assolutamente responsabili perché lincremento della tassazione sarà solo e soltanto deputato allattuale maggioranza regionale così desiderosa di incrementare le imposte. Senza andare troppo lontano, solo a un anno fa, quando la sinistra era opposizione altro non aveva fatto che sparare «alzo zero» sulla revisione di quelle nuove aliquote troppo basse rivisitate e corrette dalla giunta di centrodestra. Dal Prc ai Verdi fu un coro unanime di «no» ad una legge che, a detta loro, avrebbe cementificato il Lazio a danno delle colture agricole e in favore della speculazione edilizia.
Quantallarmismo ingiustificato. Quella cementificazione e quel danneggiamento dellagricoltura non ha avuto seguito anzi, i piccoli proprietari che dopo qualche anno di sacrificio quotidiano sono riusciti a acquistare una dimora, non hanno che accolto positivamente la revisione delle aliquote sull'uso civico. Ma adesso, quegli stessi cittadini, come accoglieranno un ritorno al passato con la «restaurazione» dei vecchi quanto anacronistici balzelli? Male a sentire le voci che si rincorrono nelle località residenziali di Roma sud e del sud Pontino dove limposta farà asso pigliatutto. Però il cahier de doléances sembra ancora non essere arrivato sui tavoli della maggioranza di Piero Marrazzo o comunque non sarà stato abbastanza «farcito» di recriminazioni perché lex mezzobusto Rai si prodigasse a rallentare i lavori della commissione mista, allestita ad hoc, per la revisione della legge 6/2005. «Radio Pisana» riferisce che già durante le prime riunioni, la commissione competente, ha toccato il clou del discorso ossia ripristinare il vecchio quanto desueto articolo 4 della prima legge sugli usi civici risalente al 1986 dove, la correzione dellimposta era incrementata in proporzione al valore «catastale» del terreno e della destinazione duso cui verrà vincolato. Conseguenza «punitiva» tanto per chi sarà titolare di una villetta a schiera, quanto per chi vorrà incrementare le attività commerciali e turistiche locali con la progettazione e la realizzazione di alberghi e villaggi residenziali.
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