(...)che Marta prende parola sul caso moschea e che dopo la visita top secret del week end ha fatto irritare chi vive da queste parti, «chiediamo da mesi che venga qui a parlare con noi, ma sale solo per chi la pensa come lei».
Il Lagaccio non fa sconti al sindaco che domenica ha accompagnato Ignazio Marino anche alla festa del Pd. In chiave ligure, lintervento del medico candidato alla segreteria del partito, ha fatto registrare un raffreddamento nei rapporti con lUdc. Mentre Burlando è sempre impegnato nel proporre ai centristi unalleanza allargata che vada dagli ex democristiani ai comunisti, Marino è stato lapidario: «Si fanno alleanze su programmi e valori. Per lidea che ho io del partito laico, democratico, ispirato a solidarietà e legalità, è un po difficile allearsi con un partito che prende gran parte dei voti nelle aree controllate da Totò Cuffaro». Ieri la risposta del partito di Casini: «LUdc per prima non accetta di stipulare accordi sulla base di alleanze laiciste - ha detto il portavoce centrista Antonio De Poli -, siamo coerenti con la nostra identità, siamo un partito cattolico, che affonda le sue radici nel cristianesimo. Quindi Marino stia pure tranquillo». Ma ancora più autorevole è stata la presa di posizione da parte del segretario dellUnione di Centro Lorenzo Cesa che ha detto di non voler fare polemiche con Marino «perché non è il nostro stile, noi non abbiamo fatto cenno alla doppia fatturazione di Marino. In fondo, uno fa alleanze con chi vuole. È un problema inesistente ed è pure sgradevole parlarne o inserirsi nei partiti e scegliere quelli buoni o meno buoni».
Alla festa nazionale del Pd in corso a Genova, Cesa parla di future alleanze e «unalleanza con il Pd, a livello regionale, è fattibile tanto che già cè stata in una serie di province e di comuni. Labbiamo fatto guardando ai contenuti e alle cose da fare sul territorio. Non ci saranno decisioni nazionali, ma i partiti locali decideranno con chi allearsi». Questo mentre Cuffaro risponde deciso al candidato alla segreteria del Pd: «Da direttore dellIsmett - commenta il senatore Udc -, Marino veniva a chiedere alla Regione siciliana, che allora presiedevo, protezione contro quei cattivoni americani che volevano silurarlo constestandogli lincasso di rimborsi gonfiati». «Allora, ricordo bene, non provava ribrezzo e non lanciava anatemi e filtri magici contro me e lUdc, nel chiedere aiuto e sostegno - prosegue Cuffaro -. Nonostante la caduta di stile auguro a Marino di vincere la sua sfida per la segreteria del Pd. Solo con una guida spregiudicata, improntata alla distruzione più che alla costruzione come la sua si potrà garantire pace e serenità alle tante anime tormentate dello stesso Pd».
Tutto questo mentre Vincenzi domenica sera è stata tra le protagoniste della Festa democratica partecipando ad un dibattito sul fenomeno dellimmigrazione. Con lei anche il responsabile nazionale del partito per la sicurezza Domenico Minniti. Nel confronto, basato sulle politiche adottate dal governo in materia, il sindaco ha anche parlato del caso Genova: «Negli anni 90 abbiamo perso una grande scommessa: aprirci allimmigrazione dal Nord Africa - ha raccontato il sindaco -.
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