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Martin Parr: nei suoi scatti c'era "il sublime ordinario"

Morto a 73 anni, è stato un reporter della vita comune. Riusciva a immortalare il lato più grottesco dell'esistenza

Martin Parr: nei suoi scatti c'era "il sublime ordinario"
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È morto Martin Parr, il più celebre fotografo e documentarista britannico, capace di rivitalizzare con i suoi scatti pop, carichi di ironia caustica e colorata, la fotografia di documentazione sociale. Si è spento a 73 anni, nella sua casa di Bristol, dopo aver immortalato per decenni la classe operaia arenata in spiaggia tra involucri di fish and chips, infanti in lacrime e il lato triste delle giostre da luna park. Insomma tutta la realtà pacchiana del consumismo, lo shopping selvaggio come i tornei di tennis, con lo sguardo puntato sugli spalti, tra gadget vistosi e travestimenti grotteschi dei tifosi.

Proprio questa sua vena dissacrante gli aveva consentito anche di muoversi nel mondo della moda per riviste come Vogue. O darsi alla regia di video musicali, come London dei Pet Shop Boys nel 2003.

Nato a Epsom, Surrey, nel 1952, seguì le orme del nonno, appassionato fotografo amatoriale. Dopo aver studiato fotografia al Manchester Polytechnic, Parr si trasferì con la moglie, Susan Mitchell, sulla costa occidentale dell'Irlanda. Lì ha realizzato moltissimi scatti, tra cui la serie Bad Weather (1982), realizzata utilizzando una macchina fotografica subacquea. La coppia si è poi trasferita a Wallasey dove Parr ha realizzato quella che in seguito avrebbe definito come la sua opera migliore, The Last Resort, reportage ironico frutto di tre estati trascorse sulle spiagge di New Brighton. Si spostò poi a Bristol con la famiglia, raccontando un mondo microborghese di feste in giardino, gite per lo shopping e giornate a porte aperte nelle scuole pubbliche, al centro del suo libro fotografico del 1989 The Cost of Living.

La costante del suo percorso è sempre stata l'attenzione per la vita sociale e domestica, con serie di foto come quelle raccolte in Home Sweet Home o Love Cube. Andava alla ricerca di quello che definiva "il sublime ordinario".

Nel 2014 ha fondato la Martin Parr Foundation, che ospita il suo archivio fotografico e la sua vasta collezione di fotografie realizzate da altri artisti britannici e irlandesi. Parr è stato infatti anche un collezionista di libri fotografici, cartoline e memorabilia, come gli orologi di Saddam Hussein.

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