La notizia dei dieci ergastoli ad altrettanti responsabili della strage di Marzabotto deve essere accolta con soddisfazione in quanto pare che finalmente abbia preso piede la linea per cui i metodi inumani usati in guerra devono essere comunque perseguiti anche a distanza di oltre mezzo secolo. Riporto le parole di commento di Raimondo Ricci, presidente dellIstituto ligure per la Resistenza: «I processi come questo si devono celebrare anche a tanta distanza dai fatti con gli imputati in contumacia, perché siano occasioni per riflettere e calare le nostre riflessioni nella realtà contemporanea». È difficile non concordare con queste parole, ma ancora una volta la giustizia ha fatto discriminazione fra vinti e vincitori. Sono 20mila, secondo dati ufficiali, le persone gettate vive a morire nelle cavità carsiche (le cosiddette foibe) dopo essere state barbaramente torturate dai partigiani titini. La loro colpa era soltanto quella di appartenere alletnia italiana; questa verità storica è stata solo ultimamente riconosciuta dai nostri politici, che finché hanno potuto lhanno negata. Ricorderò sempre lon. Violante a Roma dichiarare che, caduto il muro, non cera più motivo per continuare a nascondere questi fatti. Ebbene, i colpevoli di alcune di queste stragi sono stati segnalati con nome, cognome e indirizzo alla Magistratura; alcuni di questi, disertori dallesercito italiano, si sono ricordati di avere alcune marche settimanali come militari e fruiscono della pensione Inps italiana.
Ogni istruttoria contro i boia slavi si è chiusa col non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Perché nei loro confronti non si procede come si è proceduto con Kappler e con questi ultimi condannati, se pure in contumacia? Posso chiedere al signor Raimondo Ricci la solidarietà che oggi gli porgo?Marzabotto e le foibe, la solidarietà deve essere giustamente ripartita
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