Roma - Chi lo ha detto che l'estate accentua le passioni? In Alcuni casi le smorza. "Santoro è sicuramente un grande professionista e si vedrà che, nella realtà, è molto meglio di come si sforza di apparire, a beneficio del suo pubblico, che lo vuole a tutti i costi nel ruolo del provocatore. Sarà un’autentica sorpresa". Parola di mauro Masi. Così, sul numero di Chi, in edicola domani, l’ex direttore generale della Rai elogia clamorosamente Michele Santoro, considerato suo acerrimo nemico poco tempo fa, quando imperversavano le polemiche su "Annozero". "La famosa telefonata a Santoro? Non la rinnego, ma sarebbe stato meglio andare in trasmissione di persona. Bisignani? Un amico da trent’anni. Con cui parlavo di tutto, tipo quattro amici al bar. Ascolto tutti, ma poi decido sempre con la mia testa". E aggiunge: "Con Santoro la situazione è stata particolare e io sono uno che ci mette la faccia. Sto scrivendo un libro, che si chiamerà ’Viale Mazzinì e che uscirà in autunno, da cui credo emergerà un rapporto inedito e inaspettato tra me e lui".
Uscire dalla Rai? Una liberazione Masi, ora amministratore delegato della Consap (concessionaria servizi assicurativi pubblici) fa un bilancio sul settimanale diretto da Alfonso Signorini, della sua storia in Rai. "Quella di viale Mazzini è stata un’esperienza professionale importante, ma, per come era andata ultimamente, uscirne ha significato davvero una liberazione. Amo le sfide. Anche se questa è stata più difficile del previsto. Il tempo mi renderà giustizia. Non ho digerito il fatto di passare come un censore. Non sono riuscito a far arrivare il mio messaggio: la volontà di far applicare le stesse regole a tutti.
Da Bruno Vespa a Giuliano Ferrara, a Michele Santoro. Lo ammetto: non ci sono riuscito. Ho il rimpianto di non essere riuscito a comunicare ciò che volevo. Nella vita ho imparato a voltare pagina. Sono della Vergine, concreto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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