Maso indagato per minacce, a rischio la semilibertà

MilanoQuante grane, Pietro Maso. Il ragazzo di Montecchia di Crosara, il killer di mamma e papà, il ragazzo che ha trascorso metà della sua vita in carcere e che dal carcere - tempo un anno e mezzo - uscirà definitivamente, si trova a fare i conti con due grane non da poco. Nel giro di due mesi, infatti, il suo percorso di recupero fatto di un diploma, un posto di lavoro, una relazione sentimentale stabile, rischia di accartocciarsi, facendogli perdere quel privilegio - la semilibertà - conquistata nell’ottobre di tre anni fa. Tutto a causa di due vicende. Una banale (un sorpasso vietato). E una meno. Perché il nome di Maso, ora, è finito nel registro degli indagati della Procura di Milano. Minacce, l’ipotesi di reato. Morale, l’ormai 40enne è tornato in carcere - come ha riportato ieri il Corriere della Sera - da cui non potrà uscire fino all’udienza del 5 maggio presso il Tribunale di Sorveglianza, che dovrà decidere se ridargli la semilibertà, revocargliela, o affidarlo ai servizi sociali.
Una storia che risale alla fine di marzo. Ed è una storia in cui non tutto torna, proprio perché i fatti al centro dell’inchiesta accadono a ridosso di una camera di consiglio che per Maso avrebbe potuto significare la fine della sua permanenza nel penitenziario di Opera e l’inizio di una nuova vita lontana dalle sbarre, e perché in ballo ci sono tre denunce che si incrociano. Quella di una persona (è un anziano) che conosce e inizia a frequentare il 40enne veronese sul posto di lavoro. La controdenuncia dello stesso Maso. E quella della moglie, contro lo stesso anziano. In ballo ci sarebbe una somma di denaro - poco meno di 2mila euro - che l’uomo avrebbe prestato a Maso, e che avrebbe chiesto indietro. nel corso di una lite scopipata proprio per quei soldi, Maso - stando alla denuncia dell’anziano - lo avrebbe minacciato gridandogli «ti ammazzo». Controdenuncia di Maso, questa volta per estorsione. Non solo non avrebbe mai pronunciato quelle parole, ma sarebbe stato vittima di un ricatto. Infine, c’è la querela della moglie di Maso, che ha denunciato per minacce l’uomo che accusa Maso dello stesso reato. Vicenda intricata, che però potrebbe pesare sulla decisione del Tribunale di Sorveglianza. «Sono fiduciosa per l’udienza del 5 maggio - spiega l’avvocato di Maso, Maria Pia Licata - lui chiarirà tutto. Quella persona non è in grado di produrre prove o testi, ci sono solo le sua parole».
Sta di fatto che quanto successo negli ultimi 15 giorni rischia di incrinare il nuovo volto di Maso («sono cambiato, voglio iniziare una nuova vita»).

Perché un’infrazione stradale in un sorpasso azzardo può capitare a tutti (anche se è proprio questa che ha fatto scattare la sospensione della semilibertà), mentre una denuncia per minacce - la cui fondatezza ora dovrà essere verificata dalla Procura - potrebbe riaprire una finestra sul lato più cupo del ragazzo di Montecchia.

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