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Massacra i genitori col machete «Mi sono allenato per ucciderli»

RomaPrima ha colpito il padre con un machete, sorprendendolo alle spalle, poi ha fatto inginocchiare la madre e si è accanito su di lei con inaudita ferocia. Agghiacciante duplice omicidio lunedì sera a Mentana, comune a nord di Roma. Valerio Ullasci, 29 anni, ha ucciso entrambi i genitori nella villetta a due piani in cui abitavano tutti e tre insieme, in via delle Molette 169. Poi ha chiamato la polizia e si è fatto arrestare. Gli investigatori lo hanno trovato accanto ai corpi dei genitori, Vincenzo Ullasci, 59 anni, e Maria Spina, 60 anni, entrambi di origine sarda, con l’arma del delitto ancora in mano. All’interno della casa sangue ovunque. Una vera mattanza, senza un apparente movente.
«Un omicidio spietato», lo hanno definito gli inquirenti. Un delitto crudele in una famiglia normale. L’ipotesi di un raptus di follia o del tragico epilogo di una lite ha presto lasciato spazio ad una più inquietante: «Si tratta di un’azione premeditata», ha spiegato il capo della squadra mobile Vittorio Rizzi dopo aver ascoltato in questura per tutta la notte il giovane assassino. «Un racconto agghiacciante», quello verbalizzato dagli investigatori, «anche se fatto da una coscienza alterata». Lucido e apparentemente calmo nella sua follia, ha confessato con lo sguardo perso nel vuoto di aver pianificato ogni dettaglio: «Mi sono allenato con il machete tutto il giorno mentre i miei genitori lavoravano, colpendo il sacco usato per gli allenamenti di pugilato, poi contro una credenza». Ma non ha saputo spiegare perché l’ha fatto. Nessuna giustificazione, solo un vago riferimento ad «antiche conflittualità» familiari.
Fumando una sigaretta dopo l’altra Ullasci ha riferito agli investigatori ogni dettaglio del suo piano diabolico. Lunedì sera ha aspettato che i genitori tornassero dal ristorante di cui erano titolari, la Taverna del Sarchiapone, a Mentana, dove lo stesso giovane solitamente lavorava come cameriere. E ha chiesto al padre se volesse un massaggio mentre guardava la tv. Vincenzo Ullasci ha risposto di sì e si è disteso sul divano, a pancia sotto, senza immaginare che così avrebbe lasciato campo libero al figlio assassino. Una questione di pochi secondi, più di un colpo in testa, alcune urla strazianti prima di morire. Poi è il turno della madre, attirata in salotto dalle grida. Il giovane l’ha fatta inginocchiare, poi si è accanito senza pietà su di lei. A massacro avvenuto la telefonata al 113: «Venitemi a prendere, ho ucciso mio padre e mia madre». Erano da poco passate le 11 di lunedì sera. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia e della mobile, assieme ai sanitari del 118, che però hanno solo potuto constatare la morte dei due coniugi. Ullasci era lì, vicino ai cadaveri dei genitori, con l’arma utilizzata per ucciderli ancora in pugno, come inebetito. I vicini di casa hanno raccontato agli inquirenti di aver sentito chiaramente le urla della coppia provenire dalla villetta. Valerio abitava lì, da solo, con i genitori, da quando dieci anni fa sua sorella era morta per una grave malattia. Ora la casa è stata messa sotto sequestro per consentire alla scientifica di continuare a cercare indizi che possano spiegare cosa abbia scatenato la furia omicida del ragazzo. Anche se la dinamica dei fatti appare chiara, infatti, rimangono ancora molti interrogativi sul movente e sulle condizioni mentali del killer. Ullasci è stato arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli.

Il suo fermo convalidato dalla Procura di Tivoli con l’accusa di duplice omicidio premeditato, aggravato dal rapporto di parentela.

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