Massacra la rivale: gli amici ridono e girano un video

Massacra la rivale: gli amici ridono e girano un video

Un conto è saperlo, tutt'altro conto è vederlo, sparato nell'oceano del web attraverso il solito spietato strumento del filmato su Youtube. Un conto è sapere che l'adolescenza metropolitana di oggi è un terreno dove crescono la violenza e l'abbruttimento. Un altro è vedere su Internet un minuto e quarantaquattro secondi che raccontano meglio di un trattato una generazione senza speranza. Due ragazzine. Si saprà poi che hanno quindici anni. Una con gli occhiali, un brutto giaccone grigio, i calzoni della tuta, bionda con cenni di ricrescita scura. L'altra appena più alta, i lunghi capelli scuri, i jeans. La prima picchia la seconda. Colpi su colpi. L'ultimo, il più impressionante, un calcio in testa, dopo averla tirata a terra per i capelli e aver preso la mira. Intorno, ed è davvero ciò che fa più impressione, il coro di questa tragedia: un coro di altri ragazzi, coetanei delle due, forse anche loro amici. Nessuno muove un dito. Solo i telefonini, sollevati in alto a ritrarre la scena, fanno capire che il coro è consapevole della anormalità di quanto accade. Per il resto, non un gesto, non una smorfia di spavento. Il vuoto degli sguardi e dei gesti.
Accade a Bollate, mercoledì, davanti all'istituto tecnico che porta (invano) il nome di Primo Levi. Di mezzo c'è un ragazzo conteso. La bionda non va al «Primo Levi», ma sa che ci va la mora che sospetta di insidiarle il fidanzatino. Ma è difficile immaginare un amore così totale e profondo da spiegare tanta violenza. Qualcosa, nei gesti e nelle facce, dice che quello che conta davvero per la bionda è marcare il territorio, rivendicare la propria identità. Ma cosa spiega l'indifferenza degli altri, di quelli che guardano?
Inizia in modo quasi tranquillo. Le due parlano, altre tre ragazze accanto ridono. Solo il linguaggio del corpo della bionda - che freme, si muove, si prende la testa tra le mani - fa capire che qualcosa sta per accadere. La colonna sonora del video sono il turpiloquio e le bestemmie dei ragazzi che filmano, i «cazzo» e i «Dio c...» usati come interiezione. Dopo quaranta secondi, quasi a freddo, parte il primo calcio, poi un altro. La mora non sembra spaventata, «dai basta cretina». Ancora un calcio, uno schiaffo sul naso. Anche le due ragazze iniziano a bestemmiare, la mora cerca di andarsene tenendosi il naso, ma la bionda la insegue, la strattona.
E inizia il pestaggio vero e proprio, calci e pugni. «Vai così, vai cattiva», ride un ragazzo in sottofondo mentre la mora cerca di proteggersi. La bionda la insegue, seguita dal codazzo che non vuole perdersi lo spettacolo.

La raggiunge, chiede a una amica di tenerle gli occhiali per poter picchiare meglio. «Per favore aiutatemi!», urla la mora, ma nessuno si muove. E partono i calci alla testa.
Vicino a Milano, nel febbraio del 2014.

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