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Massacrato per una bici da due ragazzini rom Il padre tenta di coprirli

TeramoUno, due, forse tre pugni. Violentissimi. Una scarica selvaggia di colpi alla testa e al volto che è costata la vita a un giovane di 23 anni. Le botte sono state il culmine di una lite, con una baby gang di rom, per una bicicletta che neppure era sua: l’aveva infatti avuta in prestito e la usava per spostarsi per Villa Rosa di Martinsicuro, piccolo centro in provincia di Teramo, dove aveva trovato un lavoro stagionale. Il gruppo di quattro giovanissimi ha pestato a morte e poi è fuggito, lasciando agonizzante in un giardinetto, Antonio De Meo, di Castel di Lama (Ascoli Piceno), studente universitario e cameriere d’estate per pagarsi gli studi. È questa la ricostruzione a cui sono arrivare le indagini delle forze dell’ordine.
Dopo serrati interrogatori, due ragazzi rom, di 15 e 17 anni, sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere minorile di Ancona, con l’accusa di omicidio preterintenzionale. In manette anche il padre del più piccolo: per eliminare le tracce l’uomo ha bruciato la moto, tra l’altro rubata, con cui i due adolescenti erano scappati dal luogo del delitto. Identificato anche un altro minorenne, che però non è imputabile perché non ancora quattordicenne.
Il giovane ucciso lavorava all’hotel Maxim’s di Villa Rosa, che gli assicurava anche vitto e alloggio e che gli aveva messo a disposizione una bici per muoversi sul lungomare. «Antonio era stato assunto lo scorso il primo agosto - racconta la zia, Italia Di Virgilio -. Nelle settimane precedenti aveva trovato occupazione in un forno, qui a Castel di Lama. Impieghi stagionali: cercava di guadagnarsi qualche euro per l’università, era iscritto alla facoltà di agraria a Bologna e frequentava il secondo anno». Domenica scorsa ha finito il proprio turno poco prima di mezzanotte. Ha inforcato la bicicletta ed è andato per uno spuntino in un chiosco di panini, dietro all’hotel dove lavorava, accanto al parco giochi.
Ha appoggiato la bici alla staccionata e si è seduto a uno dei tavoli per ordinare da mangiare. Dopo alcuni minuti si è accorto che bicicletta era sparita. Si è guardato intorno e ha subito ritenuto di aver scoperto il presunto autore del furto: un ragazzino rom di 13 anni che bazzicava lì vicino.
Lo studente è andato a riprendersi la sua bicicletta ed è scoppiata una lite: sono volate accuse e insulti, sono intervenuti altri tre rom, tutti minorenni. Dalle parole si è passati alle mani, con una sequenza di pugni sferrati con rabbia: un primo, che probabilmente ha raggiunto la vittima a una tempia. De Meo è caduto a terra, ma si è rimesso in piedi. Lo ha immediatamente aggredito un altro rom, un 17enne, che lo ha colpito con un secondo pugno violentissimo. E poi con un terzo. Lo studente si è accasciato sull’erba, il volto trasformato in una maschera di sangue, e lì è morto. Gli aggressori si sono dileguati su due scooter. I clienti della paninoteca ambulante hanno lanciato l’allarme, ma la corsa dei soccorritori è stata inutile. Subito sono scattate le indagini dei carabinieri e sono state sentite decine di testimoni. Tra un racconto e l’altro sono spuntati i ragazzi rom.
Due sono stati rintracciati subito. Il 17enne invece era già rientrato nelle Marche: figlio di genitori separati e temporaneamente a Villa Rosa in vacanza, era tornato dalla madre, a Falconara.

Il padre, che sta in Abruzzo, appena saputo che lo cercavano, è andato a prelevarlo e lo ha portato in caserma.

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