Massari si difende: "Non sono un molestatore sessuale"

Accompagnato dalla moglie Olivia e dal padre Renato, dopo più di una settimana di silenzio, ha deciso di difendersi dopo avere ricevuto il testo delle due lettere fatte pervenire al sindaco che lo accusavano di atteggiamenti impropri. "Nelle lettere non si fa alcun accenno a mie presunte molestie". I legali: "Dalle lettere non emergono reati". La procura: nessuna indagine senza denunce

Massari si difende: "Non sono un molestatore sessuale"

"Non sono un molestatore sessuale". Così l’ex assessore all’Ambiente del Comune di Milano, Paolo Massari, si difende dalle accuse lanciatigli da una dipendente del Comune e da una esponente dell’ambasciata norvegese che lo hanno indotto a rimettere le deleghe nei giorni scorsi nelle mani del sindaco Letizia Moratti. Accompagnato dalla moglie Olivia e dal padre Renato, dopo più di una settimana di silenzio, ha deciso di difendersi dopo avere ricevuto il testo delle due lettere fatte pervenire al sindaco che lo accusavano di atteggiamenti impropri.

Nel corso della conferenza stampa Massari ha reso noto i contenuti delle due lettere fatte pervenire al sindaco Moratti e nelle quali, sottolinea l’ex assessore "non si fa alcun accenno a mie presunte molestie". Durante la cena organizzata a casa del console norvegese, spiega Massari "c’erano una settantina di persone tra le quali la dipendente comunale e un’impiegata dell’ufficio del turismo norvegese. Forse il mio eccesso di cordialità è stato frainteso, ma io - insiste Massari - non ho di certo molestato qualcuno".

Massari cita tre episodi che a suo avviso potrebbero aver, in qualche modo, urtato la sensibilità delle persone coinvolte nella vicenda. Il primo, spiega "è avvenuto sulla terrazza della casa del console: una signora mi ha chiesto una sigaretta - spiega - e io, che stavo fumando, le ho risposto dicendole che non potevo darle la mia perchè sarebbe stato come se le avessi dato un bacio". Il secondo episodio, secondo Massari "portrebbe essere collegato al fatto che, il girono dopo, alla conferenza stampa organizzata per la manifestazione Norweek010 sono arrivato in ritardo e anche questo può aver infastidito qualcuno. Qualcun altro, inoltre, può essersi poi risentito dal fatto che, durante un discorso in inglese di un diplomatico norvegese ho osservato che non avevo capito nulla. Non credo però - osserva - che questi tre episodi mi possano accusare di molestie sessuali".

Massari ha quindi insistito nella sua linea difensiva sul non voler guardare all’aspetto politico perché, spiega "in qusto momento non è ciò che mi interessa. La mia dignità è stata calpestata - sottolinea l’ex assessore - messa alla berlina e sono stato accusato, sulle prime pagine dei giornali, di un reato gravissimo. Un fatto che non ha coinvolto solo me ma anche mia moglie e i miei figli. Per questo ho dato mandato ai miei legali perchè facciano chiarezza su questa vicenda".

Quanto all’impiegata non a contratto del Comune di Milano "mi ha più volte chiesto di favorire la sua assunzione ed io le ho sempre risposto, anche più di una volta, che di favori non ne faccio a nessuno, neanche in cambio di favori sessuali. È il mio modo di rispondere sempre a chi mi chiede qualche piacere perché - sottolinea - non è nel mio dna fare favori a nessuno".

Massari spiega poi di aver deciso di intervenire sulla vicenda che lo riguarda solo ora perchè "volevo anzitutto capire di cosa venivo accusato. Solo dopo essere venuto in possesso delle due lettere ho deciso di parlare della vicenda". Massari fa poi notare come nelle due lettere "non si faccia mai il mio nome e a quella cena non ero il solo rappresentante delle istituzioni presente".

I legali di Paolo Massari si sono già messi al lavoro per tutelare la "dignità" del loro assistito. In questo momento le due sole lettere accusatorie che hanno fatto scoppiare il caso non sono sufficienti, secondo i legali, per sporgere una denuncia contro chi le ha inviate e costruire così un’efficace difesa. Gli avvocati Luigi Isolabella e Umberto Ambrosoli si sono concentrati soprattutto sulla missiva del primo giugno che la madre di una dipendente del Comune ha inviato al sindaco per segnalare "indecorosi commenti e velate intimidazioni" di Massari. "La lettera in sè non costituisce reato - ha osservato Isolabella - se è stata inviata a una persona sola". Non si configurerebbe quindi il reato di diffamazione pur, ha spiegato il legale "avendo contenuti brutti e penalmente rilevanti". Nella lettera la madre aveva scritto al sindaco: "Rimarrei molto amareggiata se mia figlia, plurilaureata nei migliori atenei stranieri e che serve la sua amministrazione con grande motivazione, impegno e sacrificio personale, dovesse subire ulteriori mortificazioni, se non conseguenze nelle proprie mansioni o nel proprio contratto, suo malgrado precario, a seguito di questa avvilente faccenda". Esclusa per il momento la possibilità di utilizare le lettere per una querela per diffamazione, Isolabella e Ambrosoli sono orientati a una ricostruzione più generale del caso. "Serviranno valutazioni complesse - ha osservato Isolabella - per capire la dinamica che ha portato a questa assurda escalation". Con lo stesso obiettivo è stata avviata una indagine interna al Comune e non è improbabile che solo dai risultati di questo audit si scoprirà se il caso è destinato a finire nelle aule del tribunale.

La Procura: nessuna indagine "Non c’è nessuna indagine su Massari.

Se il Comune non inoltra alcun atto e se le parti offese non presentano querela, non verrà aperto alcun fascicolo". Lo riferiscono fonti giudiziarie interpellate in merito a un’eventuale inchiesta a carico dell’ex assessore.

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