Riceviamo e pubblichiamo una lettera del ministro della Giustizia Clemente Mastella sulla questione indulto.
Caro Direttore, non ho mai nascosto di essere personalmente favorevole a un atto di clemenza per i detenuti e sono tra quei politici che, dopo aver sostenuto con forza l'appello di Giovanni Paolo II in Parlamento, in tutti questi anni si è battuto perché ciò potesse accadere. Detto questo, mi tocca però ricordare che l'indulto non ha impegnato in alcun modo il governo ed è stato votato, trasversalmente, dalla maggioranza e da gran parte dei partiti di opposizione, come Forza Italia, Udc e anche alcuni esponenti di An. È quindi strumentale, come fa oggi (ieri, ndr) il suo Giornale nell'articolo di Stefano Zurlo, sostenere che il ministro della Giustizia abbia liberato dei terroristi. Non è così. Sono abituato ad assumermi le mie responsabilità; ma in questo caso non ritengo corretto attribuirmi la paternità di un provvedimento che, come peraltro prescrive la legge, ha richiesto il voto di una maggioranza qualificata del Parlamento. Quanto poi al fatto, sottolineato dallarticolo, che i tre presunti terroristi abbiano potuto godere del provvedimento di clemenza perché condannati per reati diversi dal terrorismo internazionale, mi limito a ricordare che il governo ha già precisato che saranno attentamente monitorate tutte quelle situazioni che lo necessitano. Cordiali saluti.
Egregio ministro, è vero che è stato il Parlamento a decidere lindulto, ma non ricordo, per quanto mi sforzi, un intervento a Montecitorio come ci si sarebbe aspettato dal guardasigilli per denunciare con nomi e numeri quel che è puntualmente accaduto: luscita dal carcere di tre membri di una cellula vicina ad Al Qaida. Quanto ai monitoraggi, serviranno per acciuffare i terroristi di nuovo in circolazione?
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