da Roma
Per due settimane, mentre su giornali e tv imperversava la polemica sui presunti abusi nella scuola materna di Rignano Flaminio, ha taciuto, come vuole prassi per un ministro della Giustizia deciso a non intromettersi nellautonomia della magistratura. Ma quando gli arrestati con linfamante accusa di pedofilia sono stati scarcerati, il Guardasigilli Clemente Mastella ha deciso che era giunto il momento di vederci chiaro su un caso giudiziario che ha diviso lopinione pubblica. Senza peraltro tralasciare di far luce sulle presunte percosse in carcere denunciate da alcune delle maestre arrestate.
«Cè bisogno di capire se qualcosa non ha funzionato nel modo giusto, nel pieno rispetto dellattività dei magistrati, sui cui provvedimenti non entro nel merito», spiega ora Mastella. Ma proprio per la vasta eco che la vicenda ha creato - aggiunge - «ho chiesto unispezione, in quanto gli atti investigativi e le decisioni del Tribunale del riesame sono completamente differenti gli uni dagli altri». Per fare chiarezza, dunque, lispettorato del ministero si è attivato su due fronti: acquisire tutti gli atti e sollecitare la Procura generale di Roma ad avviare controlli sulla procura di Tivoli per verificare se vi siano state irregolarità nelle indagini.
Ci vorrà un po di tempo per avere le motivazioni delle ordinanze di scarcerazione che ancora non sono state depositate. Solo dopo aver valutato notizie ed elementi necessari, gli ispettori verificheranno se da parte dei magistrati vi siano stati comportamenti negligenti o eccessivi. «Mastella - viene fatto notare in ambienti di Via Arenula - non è animato da una volontà assolutoria o colpevolista sulla vicenda di Rignano Flaminio. In ogni caso, avendo la responsabilità politica delle carceri italiane, dovrà verificare anche se siano vere o no le minacce e le percosse che alcune delle maestre arrestate denunciano di aver ricevuto da altre detenute, a Rebibbia».
A questo proposito, il Guardasigilli ha chiesto informazioni al capo del Dipartimento dellamministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara. «Ho disposto accertamenti per la tranquillità di tutti e perché li ritengo doverosi di fronte a denunce di questo genere - spiega Ferrara -. In ogni caso, ho motivo di ritenere che vi siano stati il massimo impegno e la massima diligenza da parte della polizia penitenziaria, che non si è fatta trovare impreparata.
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