Il matrimonio costa caro, si sa. Ma a Roma costa troppo; più della media nazionale, già rincarata. E gli aumenti non colpiscono solo gli sposi ma anche gli invitati, dallacquisto del regalo a quello dellabito, costretti a una serie di spese «extra», che rischiano di non far quadrare i conti. A meno che non si sia disposti a rinunciare ad altro. Insomma, altro che festa, a Roma il matrimonio è diventato un lusso per pochi. Le cifre parlano chiaro. A mettere la calcolatrice in mano agli sposi è Federconsumatori, che, ipotizzando una cerimonia senza eccessi, con un centinaio di ospiti, ha registrato tutti gli aumenti dal 2001 a oggi. Lindagine consacra Roma capitale del caro-matrimonio: se gli incrementi, in media, a livello nazionale sono del 40 per cento, qui salgono, addirittura, al 48. Insomma, in pochi anni, la spesa per sposarsi in città è quasi raddoppiata. La voce più «salata» è sicuramente il pranzo. Se nel 2001 costava 7mila euro, oggi, a parità di portate, oscilla tra 10mila e 16.500. Inutile cercare di ridurre il numero di amici. In molti casi, infatti, si pagano conti forfettari, che non guardano al numero preciso di invitati, ma vanno per «fasce»: da settanta a cento persone il costo può essere lo stesso, ma il centounesimo ospite rischia di far sentire la differenza in modo pesante. Nel menù non è contemplata la torta nuziale. La classica multipiano, per cui prima si spendeva intorno a 200 euro, oggi costa da 330 a 650: più del doppio. È consistente pure la variazione di prezzo per il viaggio di nozze, passato da 1900 euro a una cifra compresa tra 3mila e 5mila. Senza cambiare meta, durata e strutture. Gli extra sono quelli dove gli aumenti fanno sentire di più il loro peso. Le bomboniere, da mille arrivano al picco di 2800 euro. Il prezzo delle riprese raddoppia e, in alcuni casi, triplica, passando da 600 a 1800. Per le foto si va da 2200 a 4mila euro. Tra documenti, partecipazioni, musica e diritti Siae, affitto della sala, riprese, foto e noleggio dellauto, in media si spendevano circa 6500 euro. Oggi, si va da poco meno di 10mila a più di 17500 euro. Ma si tratta di capitoli che, almeno in parte, possono essere eliminati. Anche sugli addobbi di chiesa e ricevimento si può risparmiare. I prezzi sono cresciuti ma in percentuale minore rispetto alle altre voci. La questione diventa più complicata nei settori nei quali i «tagli» non sono ammessi. A cominciare dallabito. Per lei si passa da 1700 euro a un intervallo tra 2500 e 5500. Poi ci sono le scarpe, da 65 a quasi 200, e la lingerie da 180 a 500. Senza dimenticare acconciatura e trucco, saliti da 240 al record di 580. Più bassa le cifre per lui, ma con sensibili aumenti: il futuro sposo spendeva 520 euro, ora tra mille e 2400.
Finite le spese della coppia, si passa a quelle degli ospiti. Più difficili da calcolare, le voci non sono state inserite nella ricerca, ma basta guardarsi intorno, tra negozi di abiti da cerimonia e indirizzi per liste di nozze, per rendersi conto delle difficoltà degli invitati. Quando terminano gli articoli che «costano poco, ma fanno figura», non rimane che ununica scelta: superare il budget che ci si era imposti o non partecipare al party. Su internet, si trovano interi forum sulle scuse per evitare di andare alle nozze, da un formale «precedenti impegni» a improvvisi - ma classici - malesseri propri o di parenti, fino al cinico «non andrei neanche alle mie». Non mancano consigli su dove trovare vestiti a poco o a noleggio. Calcolandola al ribasso, la spesa per abito e scarpe raramente scende sotto i 400 euro.
Insomma, il matrimonio, per molti, è un lusso ma rimane comunque «il più bel giorno della vita». Dopo, infatti, bisogna pensare alla casa, a pagare le bollette e fare i conti con entrate che non sempre sono all'altezza delle uscite. E, magari, al prossimo ricevimento.
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