Maxi multa per i gabbiani antiaereo

È costato milioni di dollari uno «scontro» avvenuto dieci anni fa tra un gruppo di gabbiani e un aereo, appena decollato. Alle 6, 45 del 19 giugno 97 un aereo ucraino, due secondi dopo essersi alzato in volo dalla pista 29 del Cristoforo Colombo, veniva «centrato» da uno stormo di gabbiani provenienti dalla vicina discarica di Scarpino, riportando gravi danni a un motore e incovenienti minori a una seconda turbina e a altre parti. Il velivolo, che rifornito con 80 tonnellate di kerosene trasportava due turbine Ansaldo per il Pakistan, riusciva comunque ad atterrare poco dopo. Nei giorni scorsi il giudice del tribunale civile, Roberto Braccialini, ha stabilito con sentenza che il risarcimento del danno a favore della società Antonov, costruttrice dell’aereo, e ammontante a oltre due milioni e mezzo di dollari, cui vanno aggiunti gli interessi, dovrà essere pagato in solido: dalla società «Aeroporto di Genova» (35 per cento), dall’Ente nazionale assistenza al volo (Enav),(35 %), dal ministero dei Trasporti (22,5 %), e dall’Autorità portuale (7,5 %). A questi due ultimi enti il giudice addebita una carente attività di controllo e vigilanza sulla sicurezza, in più l’Authority non avrebbe adottato le iniziative previste dalla legge del ’92 sul controllo delle popolazioni di uccelli che dimorano nei pressi degli aeroporti. Maggiori responsabiltà sono state addossate all’Enav e alla società Aeroporto, in relazione all’inadeguata organizzazione del servizio di avvistamento e allontanamento dei volatili. Il giudice sottolinea, che pur essendovi strumenti tecnici di scoperta, come i radar, o di dissuasione, è mancato il «fattore umano».

Cioè, «il personale specificatamente collocato e destinato, in posizione strategica sulla pista e sulla terra di controllo, a sorvegliare e all’occorrenza contrastare, al limite con abbattimenti mirati, il movimento dei gabbiani».

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