Raffaella Regina
«Il Pm non ha concesso il sequestro dello stadio ma non ha neppure archiviato il fascicolo che è solo rimandato a settembre». Niente sequestro cautelativo del Meazza, dunque, nessun provvedimento diretto per sospenderne lattività estiva e cancellare il concerto di questa sera. Eppure loro non mollano: i residenti vanno avanti nella loro battaglia personale, la guerra ai decibel, e sono ancora più agguerriti di prima.
Stasera effettueremo nuove misurazioni, perché - come ricorda Silvana Gabusi, vicepresidente dellassociazione residenti a San Siro - «ogni concerto è un nuovo mondo, una miniera di dati da registrare e confrontare». Via libera ai rilevamenti, verranno misurati i decibel attraverso gli strumenti dei tecnici dellArpa, lAssociazione Regionale per la Protezione dellAmbiente, che monitoreranno la situazione dallultimo piano di uno degli edifici di via Dessiè.
«Usciamo da nove mesi di caos, quello provocato dalle partite di calcio - afferma Silvana Gabusi - che sono sempre accompagnate, prima e dopo, da momenti musicali. Quello che dovrebbe essere il tempio dello sport si sta lentamente trasformando in quello della musica e dei concerti. Abbiamo il diritto di difendere la nostra incolumità e le nostre abitazioni». Il limite è fissato a ottanta decibel, e da questa cifra non ci si schioda, ma il problema sembra non essere legato soltanto al rumore. Cè anche la questione, affatto marginale, delle vibrazioni, quelle vibrazioni che fanno tremare la terra, che muovono i lampadari e terrorizzano i bambini. Lultima volta, durante il concerto tanto discusso dei Rolling Stones, la band ha invitato il pubblico a saltare «e immaginate cosa è successo nel momento in cui 76 mila persone (più o meno, il numero totale degli abitanti di Busto Arsizio) si sono messe a saltare contemporaneamente allinterno dello stadio». Non è difficile da immaginare. Il terremoto che si è registrato è stato pari al terzo grado della scala Mercalli, con scene di panico e gente che chiamava i tecnici del suono (quelli che hanno organizzato l«evento Rolling Stones», ndr) chiedendo di intervenire.
Via Dessiè, via dei Rospigliosi ma anche via Capecelatro e piazza Axum. Queste le strade adiacenti e più coinvolte nelle «calamità innaturali», provocate dai concerti. Eppure la Gabusi ci tiene a precisare che lintento dellassociazione non è quello di bloccare le manifestazioni musicali. «Semplicemente vogliamo che ci sia un regolamento preciso e un numero limite di persone che possono partecipare a questi eventi. Per esempio imporre un margine di 60mila persone. Una proposta ragionevole che metterebbe daccordo tutti».
Intanto in queste ore i residenti si preparano, e già sanno che cosa li attenderà stasera, con il concerto di Robbie Williams. «Il solito calvario - afferma Veronica, 21 anni, che abita in piazza Axum da quando è nata - che durerà dalle sei del pomeriggio fino a mezzanotte e oltre. Per non parlare della confusione nelle strade e degli ingorghi post-concerto».
«Aspetteremo settembre - conclude la vicepresidente dellAssociazione residenti, Silvana Gabusi - visto che non hanno archiviato il fascicolo, dandoci una seppur piccola speranza. Se ci deluderanno non molleremo la presa. Andremo avanti per la nostra strada con nuovi e più decisi provvedimenti».
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