Milano - I giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano hanno dichiarato il "non doversi procedere per intervenuta prescrizione" nei confronti, tra gli altri, di Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri rispetto all’accusa di falso in bilancio mossa dal pm Fabio De Pasquale nell’ambito del processo sui presunti fondi neri creati da Mediaset con la compravendita di diritti televisivi. Dopo la decisione del collegio della prima sezione penale del tribunale di Milano, Fedele Confalonieri, che era imputato per il solo falso in bilancio, "esce di scena". Se l’accusa vorrà muovere nei suoi confronti anche la contestazione relativa alla frode fiscale, contestata oggi in aula fino al 2003, spiega l’avvocato Alessio Lanzi, dovrà farlo "ripartendo dalle indagini preliminari". Diversa è la posizione di Silvio Berlusconi che deve, invece, rispondere anche di una precedente contestazione di frode fiscale alla quale potrebbe "agganciarsi" anche l’accusa suppletiva formalizzata questa mattina.
Nuove accuse Al processo Mediaset sui presunti falsi in bilancio in corso a Milano il pm Fabio De Pasquale ha ipotizzato oggi una nuova contestazione a carico dell’ex premier, del presidente della società Fedele Confalonieri e altri. Lo hanno riferito oggi fonti giudiziarie, precisando che il reato ipotizzato è quello di frode fiscale fino al 2003, per 30,99 milioni di euro. Senza la contestazione suppletiva del pm che chiede di allungare l’ipotesi di reato di frode fiscale al 2003, domani sarebbe scattata la prescrizione per questo reato, l’unico di cui è accusato, ora, Silvio Berlusconi, nell’ambito del processo sulle presunte irregolarità commesse da Mediaset nella compravendita dei diritti televisivi e cinematografici. La nuova contestazione, qualora venisse accolta, porterebbe i tempi della prescrizione a dilatarsi fino al 26 aprile 2012. Dunque, se oggi De Pasquale non avesse avanzato una nuova accusa, Berlusconi sarebbe uscito dal processo, poiché l’altro reato per il quale era imputato, il falso in bilancio, è stato dichiarato prescritto stamane dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano.
I fatti I fatti oggetto del processo riguardano la compravendita di diritti tv e cinematografici di società Usa per 470 milioni di euro, che sarebbe stata effettuata da Fininvest - la holding che controlla il 35,5% di Mediaset - attraverso due società off shore nel 1994-1999. La procura di Milano ipotizza che alcune major americane abbiano venduto i diritti televisivi alle due società off-shore, le quali li avrebbero poi rivenduti con una forte maggiorazione di prezzo a Mediaset per aggirare il fisco italiano e creare fondi neri a disposizione di Berlusconi.
I capi di accusa, a vario titolo e per i diversi imputati nel processo vanno dall’appropriazione indebita, alla frode fiscale, al falso in bilancio, alla ricettazione e al riciclaggio. Gli imputati e Mediaset hanno sempre respinto le accuse, sostenendo di non avere mai avuto fondi neri e di aver agito rispettando sempre le regole di trasparenza a tutela degli investitori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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