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Mediaset, il pm vuol "sabotare" la prescrizione

I magistrati estendono le accuse, che sarebbero scadute il 20 ottobre, sulla compravendita dei diritti tv. La difesa: sempre rispettate le regole di trasparenza. Il procuratore di Milano De Pasquale manda un’e-mail ai legali degli imputati: "Contesterò il falso in bilancio anche per tutto l’anno 2000"

Mediaset, il pm vuol "sabotare" la prescrizione

Milano - «Alla prossima udienza, sulla base dei numeri contenuti nella relazione Kpmg 24.9.2007, provvederò alla contestazione di un’ulteriore ipotesi di falso in bilancio relativa all’anno 2000». La firma, del pubblico ministero milanese Fabio De Pasquale. Più che una firma, in realtà, un indirizzo di posta elettronica. La comunicazione, infatti, viene inviata nei giorni scorsi dalla Procura via mail. Un messaggio elettronico trasmesso a tutti i difensori degli imputati nel processo sui presunti fondi neri di Mediaset, tra i quali figurano anche Silvio Berlusconi e il presidente dell’azienda di Cologno Fedele Confalonieri. Un’insolita mossa della pubblica accusa, che - oltre ad anticipare urbi et orbi i contenuti della futura udienza, fissata per il prossimo 8 ottobre - ha lo scopo ben più concreto di scongiurare il rischio concreto di una prescrizione.

Il 20 ottobre, infatti, sarebbe caduta l’accusa di falso in bilancio contestata dalla Procura fino al 1999, ma a dodici giorni dalla deadline del reato il pm preannuncia che la scadenza verrà posticipata di un anno. «Molti difensori - scrive dunque il magistrato nell’e-mail - mi hanno chiesto (e ottenuto) anticipazioni sui prossimi sviluppi processuali. Credo sia giusto che tutti dispongano delle stesse informazioni. Alla prossima udienza, sulla base dei numeri contenuti nella relazione Kpmg 24.9.2007, provvederò alla contestazione di un’ulteriore ipotesi di falso in bilancio». Ma non c’è solo quello. «Sulla base delle risultanze dei conti bancari trasmessi dalle autorità svizzere - aggiunge - provvederò alla contestazione di ulteriori ipotesi di riciclaggio».

La Procura, dunque, ribadisce ed estende le proprie accuse sulla compravendita di diritti tv e cinematografici di società Usa per 470 milioni di euro, che sarebbe stata effettuata da Fininvest - la holding che controlla il 35,5 per cento di Mediaset - attraverso due società off shore nel periodo 1994-1999. Il pm De Pasquale ipotizza che alcune major americane abbiano venduto i diritti televisivi alle due società off-shore, le quali li avrebbero poi rivenduti con una forte maggiorazione di prezzo a Mediaset per aggirare il fisco italiano, e creare fondi neri a disposizione del gruppo di Berlusconi e Confalonieri. Accuse che gli imputati hanno sempre respinto, sostenendo di non avere mai avuto riserve «occulte» di denaro e di aver sempre agito rispettando le regole di trasparenza a tutela degli investitori.

Ma il carteggio elettronico non si limita a scoprire le carte della Procura e prolungare di altri dodici mesi un processo nato da un’inchiesta vecchia quasi di un decennio. Dalle e-mail emerge anche una certa dose di familiarità tra le parti, maturata nel corso di un dibattimento «abnorme», e di disponibilità a venirsi incontro. «Vi prego - scrive infatti il pm - di farmi sapere se è possibile non far comparire all’udienza dell’8 la teste C. (un revisore della società di consulenza Kpmg, testimone nel processo, ndr), che in questo momento si trova a Trieste per un lutto familiare». Quindi, «ci sono per me due possibilità: depositare la relazione 24.9.2007 Kpmg e formulare la contestazione suppletiva, o formulare la contestazione suppletiva e acquisire alla successiva udienza la relazione scritta, all’esito dell’esame-controesame della teste».

Le repliche, con ogni probabilità, nelle e-mail di risposta.

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