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Mediaset si prepara a clonare «90° minuto»

Accendere la televisione dopo le 18 è un’abitudine innata per i calciofili. I tifosi ascoltano una sigla molto nota e poi guardano i gol della giornata. Novantesimo minuto, insomma, è una delle trasmissioni di sport più celebri della Rai. Ora quei tifosi potrebbero «emigrare» su Mediaset. È quest’ultima che ha presentato ieri due offerte: per i diritti televisivi in chiaro sul territorio nazionale delle azioni salienti di serie A (base d’asta 45 milioni di euro annui per tre anni) e per quelli radiotelevisivi della Tim Cup (base d’asta 18 milioni di euro per un anno). Mediaset, in un comunicato, fa sapere che «se le decisioni dovessero causare danni ai nostri diritti» si tutelerà anche in sede giudiziaria.
Sportitalia correrà per i diritti televisivi della B. Il contratto dura tre anni e ha gli stessi «pacchetti» della A. Il canale sportivo ha previsto sette ore di trasmissione: dalla presentazione delle gare, fino all’analisi e ai commenti finali. Rafforzato anche il programma «Si live solo calcio».
La Rai, che ha presentato il ricorso, aveva trattato i diritti tutti insieme «per offrire un prodotto completo», come dichiarato da Antonio Marano, responsabile per la tv pubblica dei diritti sportivi. La cifra stagionale, prima del bando della Lega, sembra si aggirasse sui 65 milioni di euro. L’azienda pubblica rischia di perdere anche i diritti radio: nessuno ha presentato offerte, e, dopo 45 anni, potrebbe scomparire la storica trasmissione Tutto il calcio minuto per minuto.
La decisione del giudice Giuseppe Tarantola, che alcuni ricorderanno durante «Tangentopoli» per il processo Enimont, potrebbe rimescolare le carte. I tempi sono stretti. Il 7 agosto inizia la Tim Cup. Si dovranno preparare velocemente gli studi televisivi, i palinsesti, i conduttori e la ricerca pubblicitaria.

Comunque andrà, agli appassionati di calcio mancherà sempre quel saluto del leggendario Paolo Valenti, storico conduttore di Novantesimo: «Amici sportivi, buon pomeriggio».

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