Si chiama «medicina difensiva» e costa cara al servizio sanitario nazionale: dai 12 ai 20 miliardi di euro lanno per un eccesso di prescrizioni di farmaci ed esami. Così i camici bianchi cercano di tutelarsi da eventuali cause dei pazienti, in aumento vertiginoso: oggi sono 30mila lanno e costano alla sanità pubblica 500 milioni di euro solo per lassicurazione. I dati emergono dallindagine «Medici in difesa, prima ricerca del fenomeno in Italia: numeri e conseguenze», curata dal presidente dellOrdine dei medici di Roma Mario Falconi e dal professor Aldo Piperno, ordinario di Scienze dellOrganizzazione delluniversità napoletana Federico II. Lo studio è stato condotto su 800 medici, di cui il 60 per cento «confessa» di prescrivere farmaci anche quando non è necessario (quelli più numerosi sono per lapparato cardio-circolatorio, 33,8 per cento; digerente, 28,3 per cento e respiratorio, 27,9 per cento), il 50 per cento di inviare i propri pazienti a fare una visita specialistica non per necessità del paziente ma per paura di ripercussioni legali e il 70 per cento di prescrivere un eccesso di esami in una misura che varia dal 20 al 40 per cento.L87,6 per cento dei medici romani teme di essere trascinato in tribunale,oltre il 75 per cento ammette di aver utilizzato almeno una volta la medicina difensiva e di questi l11 per cento dichiara di farlo spesso.
Solo 4 medici su 10 dichiarano di non avere mai ceduto alla paura, firmando ricette non necessarie. Allincontro hanno partecipato, fra gli altri, il sottosegretario con delega alla Salute Ferruccio Fazio e il presidente dellEnpam Eolo Parodi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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