Medicine e mazzette: arrestata la cricca del medico barone

Dopo la mala sanità, la sanità cattiva. Quella fatta di regalie, mazzette e abuso di farmaci prescritti arbitrariamente da medici ingordi a ignari pazienti. È storia vecchia, che lascia l’amaro in bocca, sentita e risentita, ma dura a morire. Proprio ieri è stata sgominata dai Nas di Firenze una vera associazione per delinquere capeggiata da un professore di altissimo livello arrestato assieme a un codazzo di medici e di relativi collaboratori.
In tutto sono trenta le persone indagate nell’operazione «Derma affare fatto» che dovranno rispondere, tra l’altro, di corruzione, falso, abuso d'ufficio e truffa ai danni del sistema sanitario nazionale.
Ma veniamo ai fatti. Tutto è nato dalla denuncia di alcuni pazienti malati di psoriasi, una malattia cronica della pelle che colpisce 100 milioni di persone nel mondo, di cui circa 2,5 milioni in Italia. A queste persone venivano somministrate costose medicine che non li facevano affatto guarire. Insospettiti, hanno presentato esposti alla procura di Firenze e di Torino. Da qui è scattata l’inchiesta che ha scoperto la cricca di medici dediti a salvaguardare il proprio portafoglio piuttosto che la salute dei pazienti. L’organizzazione era capitanata dal dermatologo Torello Lotti, uno specialista con un curriculum al di sopra di ogni sospetto: docente all’università di Firenze, direttore della Clinica dermatologica dell’ospedale fiorentino Santa Maria, presidente della Società internazionale di dermatologia, presidente dell’International society dermatology, primo italiano a ricoprire questo ruolo. Eppure proprio questo specialista è definito dai militari «il capo ideatore, promotore, organizzatore, con poteri di supremazia all’interno del sodalizio, ispiratore del disegno generale di illecito arricchimento».
Il medico, agli arresti domiciliari assieme ad altre cinque persone, avrebbe favorito l’incremento dei profitti di sette industrie farmaceutiche prescrivendo ad almeno 800 malati coinvolti a loro insaputa, costosissimi medicinali biologici contro la psoriasi a prescindere dalla loro reale efficacia. Il costo di un ciclo di queste molecole varia dai 10mila ai 14mila euro all’anno. Una cura che serve quando il paziente non risponde ad altro genere di medicinali e autorizzata dall’Aifa nell’ambito del programma Psocare, che coinvolge 160 centri e 20 mila pazienti. Ma un conto è l’uso corretto della molecola, un altro è l’abuso indiscriminato che sarebbe stato attuato da Lotti e compagni. Loro prescrivevano il ciclo a pioggia e le industrie ottenevano un incremento di ricavi, scaricato sui costi del Servizio sanitario nazionale. Cioè sulle spalle dei contribuenti. Ma la combriccola avrebbe lasciato tracce evidenti. Il Nas ha rintracciato denaro per 1.700.000 euro fatti transitare sui bilanci di società di copertura. Le mazzette erano condite con un vasto repertorio di benefit: corsi di formazione, borse di studio, progetti per medici specializzandi, assunzioni a progetto. Immediata la reazione della Federazione nazionale dei medici italiani («È una notizia molto triste») , quella dell’Associazione per la difesa degli psoriasici, (che teme un giro di vite nella distribuzione dei medicinale biologico), quella del ministro della Salute. «Un tale comportamento è spregevole - sbotta Ferruccio Fazio -Chiunque utilizza gli ammalati a fini speculativi va punito». Poi annuncia modifiche sul sistema sanzionatorio dell’Ordine dei medici «per renderlo più agile e in grado di dare risposte tempestive in caso di eventi dannosi». Cambiano anche le regole tra gli sponsor e chi organizza congressi per i medici.

«Ogni sponsorizzazione deve essere resa evidente e comunicata alla Commissione nazionale e agli ordini professionali- precisa il ministro - La grave o reiterata violazione di tali regole comporta, oltre alle responsabilià penali, la revoca dell’accreditamento». Le aziende farmaceutiche sono avvertite.

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