Medicine, risparmi senza ridurre gli sprechi

Medicine, risparmi senza ridurre gli sprechi

La notizia, Claudio Burlando l’annuncia per dimostrare di aver reso un enorme servigio alla cittadinanza. «Abbiamo incontrato i farmacisti e si sono lamentati per aver incassato l’11.2% in meno», ha detto il governatore della Liguria quasi a far capire che grazie all’uso dei farmaci generici e alla rivoluzione sanitaria disegnata dall’assessore Cluadio Montaldo, i liguri hanno risparmiato altrettanto. Dato per scontato che sarebbe troppo ottimistico sperare in un drastico calo di malati, Burlando non fa cenno, ad esempio, al fatto che bisognerebbe chiedere alla Coop di quanto ha incrementato i guadagni nel settore farmaceutico, liberalizzato per i prodotti da banco.
Quando si tratta di poter risparmiare davvero sui farmaci però, il centrosinistra, lascia perdere. Non a livello regionale, per carità, visto che il consiglio di via Fieschi ha persino approvato all’unanimità un appello da rivolgere a Romano Prodi. Ma proprio a livello di governo centrale continuano a restare inascolati gli appelli che arrivano anche e soprattutto da Genova. Il professor Franco Henriquet, presidente dell’associazione Gigi Ghirotti, ha scritto una lettera al premier che sa tanto di ultimo appello e che nell’oggetto chiarisce già il fatto che si tratta di un «richiamo». Un richiamo al rispetto della legge 219/06. Quella che, imposta dall’Europa, avrebbe persino concesso la possibilità alle associazioni non a scopo di lucro, di riutilizzare i farmaci «avanzati» alle famiglie. Una legge che però «non è stata ancora applicata per la mancanza delle modalità attuative». Henriquet ricorda di aver sollecitato più volte il ministro della Salute, Livia Turco, il direttore dell’Aifa, Nello Martini, e di aver sempre ricevuto rassicurazioni e promesse. Persino l’Unione europea però sembra aver perso le speranze, visto che dall’ufficio di gabinetto del vice presidente della Commissione europea, Franco Frattini si ammette che «in Italia ormai l’immobilismo regna sovrano e ogni tentativo di fare diversamente è destinato all’insuccesso».
Tornando al caso ligure, però, è recente la decisione della procura di chiedere l’archiviazione delle accuse nei confronti di quanti firmavano per ottenere l’esenzione dal ticket sulle ricette pur non avendone diritto. Un danno grave anche per la Regione sempre in cerca di un modo per rimettere a posto i conti della Sanità. Burlando vorrebbe criticare i magistrati ma cerca di contenersi: «Se c’è una legge che indica un rilievo penale per una falsa attestazione, bisognerebbe agire di conseguenza, ma ora non vorrei... non è il mio campo». Preferisce un’altra soluzione. «Sarebbe meglio introdurre una sanzione penale - osserva -. La gente teme molto più una multa che le conseguenze penali». E allora perché la Regione non si costituisce parte civile e chiede i danni? «Beh, se ci fosse il processo... - torna a considerazioni critiche -. Peraltro la legge non mi sembra molto astrusa. Dice che chi ha un reddito superiore a 36mila euro paga e chi lo ha inferiore no. Ma magari la giustizia è un po’ intasata... ma non voglio...».

Il presidente preferisce sottolineare altri conti che tornano alla sua amministrazione: «In tre anni abbiamo ridotto di mille unità i dipendenti della Sanità. Non sostituiamo chi va in pensione, accorpiamo...». Mille persone in meno, per una domanda dei pazienti sempre crescente. Eppure per la giunta sono un vanto.

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