«Mediobanca e Rcs restano strategiche»

«Il decreto Maroni sugli esuberi non corrisponde alle nostre esigenze»

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Ginevra

La possibilità che il Lingotto salga al 91% di Cnh in largo anticipo rispetto alla data prevista, cioè il 6 aprile; la conferma che le quote Fiat in Rcs (10,29%) e Mediobanca (1,8%) sono strategiche; l’imminente viaggio in Cina per concludere l’operazione “Iveco 2”. E poi i conti del primo trimestre «che seguono la tendenza positiva dell’Auto» e la definizione, entro giugno, del futuro di Ferrari. Sul tavolo dei vertici del Lingotto sono numerosi i temi aperti. Tra questi anche il capitolo alleanze che, proprio ieri, ha visto la task force di Mirafiori sondare il terreno in vista di possibili nuovi accordi, nonché le preoccupazioni per il muro contro muro con il governo sul problema esuberi. È su questi argomenti di stringente attualità che Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, ha accettato di fare il punto con il Giornale.
L’incontro è avvenuto ieri a Ginevra, in occasione della nomina dell’italo-canadese a presidente di Sgs (Société Générale de Surveillance), il gruppo elvetico leader nelle certificazioni di cui lo stesso top manager è stato, fino al giugno del 2004, amministratore delegato.
Dottor Marchionne, il decreto Maroni sugli esuberi non fa proprio al vostro caso?
«La risposta che ci è pervenuta non era quella che corrispondeva alle nostre esigenze. L’accordo con i sindacati sulla cassa integrazione dà un po’ di respiro sino alla fine dell’anno. Non esiste alcun tipo di preaccordo con l’Ulivo. Continuiamo a lavorare per trovare la soluzione meno drastica possibile».
Come si chiuderà per la Fiat il primo trimestre dell’anno?
«I conti sono il risultato delle quote di mercato e delle vetture che si vendono. I primi due mesi hanno dato risultati incoraggianti. Gli obiettivi che ci siamo posti per il 2006 li portiamo avanti».
Il Lingotto, a questo punto, è fuori dal tunnel?
«Non c’è più la situazione di crisi che abbiamo trovato nel 2004. Ora c’è una realtà industriale diversa. Esiste una base molto più forte e il mercato ci sta aiutando. Anche nei primi 20 giorni di marzo il mercato dell’auto continua a dare soddisfazioni alla Fiat».
I suoi manager, intanto, proprio oggi starebbero trattando con un nuovo partner industriale…
«Si lavora sui prodotti e sui motori. Proprio oggi (ieri, ndr) abbiamo una riunione su questo argomento. L’incontro è in Europa, ma non ha niente a che fare con l’impatto finale. Tutte le nostre piattaforme sono disponibili a interventi da parte di altri. Siamo concentrati sul segmento C, importante per lo sviluppo dell’erede di Alfa 147, nuova Stilo e futura media Lancia».
È vero che nominerà un direttore generale per Fiat Auto?
«Per il momento no. L’Auto deve ancora stabilizzarsi».
Il nodo Mediobanca-Ferrari (Piazzetta Cuccia ha il 29% del Cavallino: l’11,7% direttamente, il resto attraverso un consorzio di banche, ndr)…
«Spero di arrivare a una soluzione molto prima della fine di giugno. Dobbiamo trovare un modo per accontentare Mediobanca da una parte e conservare il diritto e la possibilità della Fiat di continuare a sviluppare la Ferrari. A livello di gruppo, la Ferrari è un grandissimo asset. Siamo convinti che i margini operativi possano migliorare ancora».
E la partita su Fidis?
«È aperta. Ci sono altri soci che hanno dimostrato un certo interesse».
Il 6 aprile, intanto, dovrebbe scattare la conversione automatica dei titoli privilegiati della controllata Cnh: l’azione, infatti, continua a mantenersi sopra 24 dollari…
«Avanti di questo passo la conversione può avvenire anche prima, il 26 marzo. A questo punto la Fiat salirà quasi al 91%».
Per Iveco si prepara un importante sviluppo in Cina…
«Con l’ad Monferino partirò nel weekend per la Cina. Formeremo la base di una “Iveco 2” (è prevista la realizzazione di impianti per la produzione di veicoli e motori attraverso la joint venture in corso con Saic, ndr)».
Il caso “equity swap” è al vaglio della magistratura. Cosa ne pensa?
«La stabilità dell’azionariato ci ha consentito di lavorare bene. La vicenda, comunque, non è simpatica».
Emetterete un nuovo bond quest’anno?
«Sì, ma non so quando».
Per Fiat sono sempre strategiche le quote in Rcs e Mediobanca?
«Sono strategiche, soprattutto in questa fase di ricostruzione del gruppo.

Aprire queste partite adesso sarebbe sbagliato».
E le banche azioniste? Fino a quando resteranno?
«Se volessero piazzare le azioni sono sicuro che la Fiat sarebbe capace di farlo senza problemi. È difficile che, tra un anno, siano ancora tutte con noi».

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