da Milano
La sentenza dellAntitrust, che autorizza la fusione Unicredit-Capitalia, costringe Mediobanca a rifare qualche conto sui suoi futuri azionisti. Come noto, Capitalia deve vendere il 9,39%. E lAntitrust ha imposto il divieto che a comprare siano soggetti operanti nel business bancario o assicurativo, partecipati da Unicredit, o da Capitalia, o da Mediobanca, o da Generali. Non ha ovviamente questi problemi Goldman Sachs, che ieri ha acquistato la quota pari all1,83% di Piazzetta Cuccia dalla Fiat. Con la cessione, il gruppo del Lingotto ha realizzato una plusvalenza di circa 118 milioni di euro.
Per quanto riguarda i paletti Antitrust, il vincolo esclude la crescita di Mediolanum, che è già nel patto di sindacato di Mediobanca con l1,89, ma che è a sua volta partecipata con l1,96%. Lunica strada che possono percorrere gli uomini di Mediobanca (che è incaricata di collocare il 9,39%) è quella di cedere la partecipazione, peraltro già considerata da tempo «cedibile». In questo caso il patron di Mediolanum, Ennio Doris, potrebbe incrementare oltre il 2%. Anche perché è lunico del gruppo A (le banche) a poter salire. Gli altri (Unicredit e Commerzbank) sono entrambi bloccati dallAntitrust. Tale possibile opzione potrebbe essere presentata allAuthority quando, tra tre mesi, i soggetti interessati comunicheranno al presidente Catricalà la «relazione di ottemperanza» al provvedimento.
Per il resto la futura geografia del patto di sindacato, a cui sta lavorando Cesare Geronzi, dovrebbe ricalcare la proporzione degli attuali equilibri tra gruppi A, B e C, che pesano rispettivamente per il 45, il 35 e il 20% allinterno del patto). Il gruppo C (cosiddetto «dei francesi») può salire dal 9% fino all11%. Una crescita che in realtà dovrebbe riguardare Santander, visto che sia Groupama, sia Bolloré sono già vicini ai massimi consentiti (rispettivamente 3 e 5%).
Il gruppo A, detto di Mediolanum, per mantenere la sua quota dovrebbe assorbire un 4%, e potrà farlo solo aprendosi a soci esterni al patto. Il resto (circa il 3%) lo farà il gruppo B degli industriali. Tra i quali però, esclusa la crescita di Generali come quella di Ligresti (azionista del concorrente FonSai, partecipato da Piazzetta Cuccia), restano sul terreno due big quali Pesenti e Della Valle. Entrambi però, secondo indiscrezioni, non andrebbero oltre un arrotondamento. Lasciando la quota rimanente ai soci minori (17 azionisti sotto lo 0,7% a testa) e, forse, a Fininvest e Benetton.
Lunedì sono in programma Consiglio di sorveglianza e di gestione, il primo per approvare il regolamento interno e nominare il segretario. Il secondo per esaminare il bilancio annuale, che verrà presentato agli analisti nel pomeriggio.
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