Mediobanca, un miliardo di utili anche nell’«annus horribilis»

Bilancio meglio del 2007. Bollorè: «Non abbiamo fatto sciocchezze»

da Milano

Mediobanca conferma la chiusura del bilancio 2007-08 in linea con quello precedente. Anzi: alla fine i risultati saranno leggermente migliori dei 953 milioni del 30 giugno scorso, con un utile vicino al miliardo di euro. Se n’è parlato ieri al consiglio di sorveglianza, presieduto da Cesare Geronzi e rappresentativo dei soci dell’istituto. Preceduto dal consiglio di gestione dei manager.
Numeri ufficiali non ce ne sono stati, anche perché l’esercizio annuale chiude solo lunedì prossimo, e i dati verranno esaminati e approvati solo con i consigli di settembre e ottobre prossimi. Ma ieri, a caldo, i consiglieri hanno ricevuto un quadro «qualitativo» sull’ultimo esercizio di Mediobanca (che va da luglio 2007 a giugno 2008), che ha corrisposto esattamente al periodo della crisi subprime. Per questo c’è stata soddisfazione nel rilevare che, nonostante in questi mesi siano state spesate anche le aperture di Francoforte, Madrid e Londra, e il lancio di Chebanca!, il risultato netto ha tenuto.
Mentre sull’andamento del corso del titolo (che in un anno è passato da 17 ai 10,6 euro di ieri dove ha chiuso in ribasso dell’1%), oltre al clima negativo in Borsa pesano molto le vendite dei pacchetti Zunino e Barclays. Pesano, ma non preoccupano i soci.
Il bollino blu a Mediobanca lo ha dato, dopo il cds, Vincent Bollorè: «La banca è stata brava perché ci siamo tenuti al riparo da tutti quelli che hanno fatto le sciocchezze ormai note». Al Consiglio di sorveglianza non hanno partecipato i consiglieri Jean Azema, Eric Struz, Marco Tronchetti Provera e Luigi Zunino, mentre erano collegati in teleconferenza Jonella Ligresti e Gilberto Benetton.
Intanto l’istituto di Piazzetta Cuccia ha perfezionato la totale acquisizione di Linea, società di credito al consumo controllata dalla Popolare di Vicenza e dal Banco Popolare.
Mediobanca ha rilevato, attraverso Compass, le quote del 47,96% circa detenuto dalle due banche per un prezzo complessivo di 388,5 milioni di euro, con una valutazione complessiva della società di 405 milioni di euro.


Rilevate anche le quote dei soci di minoranza: Banca Popolare di Sondrio (2,1%), Popolare dell’Emilia Romagna (1,47%), Popolare del Lazio (0,38%) e Popolare di Marostica (0,1%). Dall’operazione nasce il terzo operatore nel settore del credito al consumo.

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