«Mediobanca? Non ne parlo»

nostro inviato

Un Colaninno folgorato dalla Cina, solo un poco affaticato da un viaggio che ha voluto fare da Shanghai a Chongqing via fiume, terra e aria, non vuole sentir parlare di Mediobanca, dove è consigliere. Né tantomeno di scalate o di Ricucci: «La prudenza è assolutamente necessaria. Ma le azioni sono quotate e in Borsa c’è chi compra e c’è chi vende: non si può pretendere di quotare un’azione in Borsa, ma poi di non volere i soci antipatici».
Ma per Colaninno queste sono ormai come le discussioni del dopo-partita, che valgono ben poco: «Non bisogna più parlare di queste questioni. Parliamo di industria, di manifatture, della forza economica di un Paese come la Cina, e delle possibilità che ci possono essere, di quegli investitori che hanno un un po’ di coraggio».


Altro che perdersi dietro a Mediobanca: «Qui ci sono 1,3 miliardi di persone che vogliono migliorare il loro stile di vita, e nei prossimi 50 anni consumeranno di tutto. Ma l’Italia, con inutili discussioni, rischia di rimanere fuori da questa opportunità».

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