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Medvedev incalza Putin e non esclude di correre per il Cremlino nel 2012

I sospetti sulle presunte divergenze tra il primo ministro russo Vladimir Putin e il presidente Dmitri Medvedev hanno trovato ieri nuove pezze d’appoggio. A pochi giorni dall’annuncio di Putin - che ha detto di stare pensando concretamente di riprendersi la presidenza - Medvedev scende in campo e sembra contrattaccare, ribadendo lo stesso concetto: alle presidenziali del 2012 potrebbe esserci di nuovo lui in corsa per un nuovo mandato. «Poco tempo fa non intendevo neppure presentarmi come candidato alle ultime elezioni, ma il destino ha voluto diversamente, quindi non si può escludere nulla», ha detto Medvedev parlando coi giornalisti.
Che si tratti di un gioco delle parti o di una sfida in sordina ancora non è chiaro. Nel giorno in cui è uscito allo scoperto, Putin aveva infatti usato toni concilianti: «Ci metteremo d’accordo (con Medvedev, ndr) perché siamo persone dello stesso sangue e delle stesse visioni politiche». E ancora: «Quando si avvicinerà la scadenza, ci penseremo insieme partendo dalla realtà del momento, dai nostri piani personali, dal contesto e dai programmi politici, dalla posizione di Russia Unita e prenderemo una decisione insieme».
Eppure molti analisti sono convinti che dietro agli annunci dei due leader ci sia uno scontro tra l’ala riformista del presidente Medvedev e la cerchia conservatrice che fa quadrato attorno al primo ministro Putin. Le piccole stoccate tra i due non mancano. Medvedev ha difeso le misure prese dall’esecutivo russo per fronteggiare la crisi: «Penso che il governo si mostri all’altezza del compito. Questo non significa che non faccia errori, ma solo chi non fa niente non sbaglia». Poi ha ammesso che «la leadership russa ha sottovalutato la portata della crisi». «Rispetto a quanto avevamo pensato, la profondità della caduta è molto più grave», ha detto il presidente. Che ha poi invocato la necessità di riforme per il Paese: il vero problema della Russia non è lo strapotere dei servizi segreti ma quello dei funzionari corrotti. La lotta alla corruzione deve essere «la priorità numero uno».
Medvedev è poi tornato a criticare gli Stati Uniti per gli ostacoli che mettono all’ingresso di Mosca nel Wto. «Se non fosse per la grande cautela degli Usa all’ingresso della Russia nel Wto - dice Medvedev - se non fosse che gli Usa ci bloccano, saremmo già entrati da anni». Mosca ha iniziato nel 1993 il negoziato per entrare a far parte del Wto, ma la trattativa ha incontrato numerosi ostacoli e la Russia è ora il paese economicamente più forte a restare fuori dall’organismo che regola i commerci internazionali.

L’anno scorso Washington ha sostenuto bloccato la richiesta russa per diventare membro del Wto dopo gli scontri tra Mosca e la Georgia, una posizione che i russi hanno duramente criticato, definendola un’interferenza politica.

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