Mosca - Passaggio di consegne tra lo zar e il suo delfino. La Russia da oggi ha un nuovo presidente: Dmitri Medvedev. Il giuramento nella sala del trono del Cremlino, tra specchi, intarsi e profili dorati, inizia alle 10. Il neoeletto leader si è impeganto a "difendere la sovranità e l’indipendenza, la sicurezza e l’integrità dello stato". E come vuole l’articolo 92 della Costituzione russa, a "servire il popolo". Medvedev è il terzo presidente per la Federazione, dopo Boris Eltsin e Vladimir Putin. Le mani snelle, da "intelligent" sono state poste sulla Carta Fondamentale. E il giuramento del "predestinato" è avvenuto davanti a Valerij Zorkin, presidente della Corte Costituzionale. Come era accaduto anche a Putin, continuando lungo quel filo rosso che lega il mentore al predestinato.
Il cambio della guardia Medvedev ha preso sulle sue "spalle il peso della responsabilità", che fino a ieri era di Putin. Ricevendo una benedizione dal suo predecessore, mentre Boris Eltsin a Putin consegnò raccomandazioni, nel
precedente passaggio di poteri, anno 2000. Otto anni fa il presidente uscente si rivolse non ai cittadini, ma al suo successore,
chiedendogli di "aver cura" della Russia. Oggi Putin si è detto fiducioso che la la Federazione sarà in grado di raggiungere quanto si
propone. E poi, rivolgendosi al popolo russo, ha chiesto per Medvedev: "Sostenetelo!".
A sua volta il terzo presidente russo ha tenuto a sottolineare nel suo discorso di insediamento, la continuità rispetto al suo mentore. E
nello stesso tempo la necessità di un forte impegno per reggere un Paese che ha una "chance unica" nel mondo e per il quale si aprono "le più ampie possibilità". Il neo-presidente ha nominato il suo predecessore alla carica di primo ministro. La nomina di Putin è stata sottoposta alla Duma, che dovrà confermarla.
Insieme Medvedev e Putin, il nuovo presidente e l’uscente, come una metafora dell’Aquila bicipite, simbolo della Russia. Fianco a fianco, davanti al picchetto d’onore che sfilava sulla piazza Sobornaja, dinnanzi all’ingresso del grande palazzo del Cremlino. Subito dopo il passaggio dei poteri avvenuto nella sala del trono. Lo sguardo di Putin aveva qualcosa di triste e più umano che mai. Medvedev appariva molto attento, serio e compreso nel nuovo ruolo. Dopo essersi impegnato a "fare in modo che lo stato sia giusto e capace di esaudire le necessità dei suoi cittadini", a "combattere il nichilismo che ostacola lo sviluppo" del Paese, a "modernizzare la produzione e l’agricoltura e a incentivare gli investimenti" nella Russia che verrà. "Lavorerò con tutte le mie forze" ha promesso il nuovo presidente russo, impegnandosi a "rafforzare il ruolo della Russia nella società civile mondiale". Ammettendo - senza rinunciare ai toni dell’ufficialità - l’emozione del momento, Medvedev ha continuato: "farò di tutto perché la sicurezza non sia soltanto garantita per legge ma anche realizzata".
Il ritratto Medvedev ha i tratti somatici del ragazzino. L’età dell’uomo nel pieno delle forze: 43 anni il prossimo 14 settembre. E l’ambizione infinita di chi si ricorda ancora "quando eravamo poveri". Sostenuto dallo stesso capo di stato uscente nella corsa elettorale dello scorso 2 marzo, si è affermato con un rotondo 70,2% dei consensi. La sua storia di uomo di stato inizia nella capitale degli zar, quasi 18 anni fa. Il sindaco Anatolij Sobchak raggruppò nella sua squadra molti nomi oggi al vertice. Il futuro presidente insegnava all’università e aveva davanti una strada da brillante avvocato. Sobchak lo scelse per difendere a livello internazionale i diritti sul nuovo nome da dare a Leningrado. Medvedev ricorda di aver fatto la valigia ed essere partito per Parigi. Il suo impegno permise alla città l’8 settembre 1991 di diventare San Pietroburgo. E' un volto noto fuori dai confini nazionali. Dal battesimo di Davos due anni fa ai maxicontratti bilaterali del gas, firmati da Gazprom che ha presieduto fino a poche settimane fa. Medvedev è un personaggio di alto profilo, esponente della Russia liberale. Si augura come futuro collega a Washington qualcuno che assuma "posizioni moderne, piuttosto che quelli i cui occhi riflettono scorci del passato".
La famiglia Si è laureato alla facoltà di Giurisprudenza dell’università statale di Leningrado nel 1987. Dottore in scienze nel 1990. La sua prima nomina a primo vicepremier del governo russo è avvenuta il 14 novembre 2005. A Mosca era stato chiamato da Putin stesso nel 1999, nominato a dicembre dello stesso anno vice capo dello staff presidenziale. Sposato con un figlio, Ilya. Della neo first lady Svetlana è nota alle cronache mondane la passione per l’Italia, l’arte e le sfilate di moda milanesi. Ha guidato Gazprom per oltre 8 anni.
E il colosso dell’oro blu ne ha viste di scintille. Non soltanto attraverso guerre del gas esterne. Ma pure battaglie intestine, lotte di potere, capovolgimenti. E tutto è scivolato via a Medvedev, come acqua su un impermeabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.