Cinzia Romani
da Roma
Nellora di ginnastica a scuola, scala la pertica e si eccita. Fa il bagno a casa e idem. Cerca lamore e trova il sesso. Scrive sul diario dei suoi incontri non innocenti e qualcuno le fa trovare il suo nome, scritto al centro di un grande fallo, disegnato sui vetri dellaula scolastica. È Melissa P., protagonista dellomonimo film, ispirato al romanzo della siciliana Panarello Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire (Fazi Editore), diretto da Luca Guadagnino, qui anche sceneggiatore, con Barbara Alberti e Cristiana Farina e prodotto da Francesca Neri, Claudio Amendola e José Ibañez. A distribuire, dal 20 gennaio, questo prodotto sul mondo degli adolescenti è la Sony, mentre il cast include anche Geraldine Chaplin, nel ruolo di una stravagante nonna rock. «Mi sono fidato della sensibilità rabdomantica della Neri, per girare il mio racconto di formazione, partendo dal punto di vista femminile», spiega il regista. «Gli adolescenti sono complessi, come gli adulti. La mia Melissa attraversa un bosco incantato, con frutti e delizie, seguendo lintelligenza del cuore», illustra Guadagnino, che ha ambientato il suo lavoro a Lecce e allIsola del Giglio. Per la produttrice esordiente, si è trattato di un doppio debutto, avendo vissuto lesperienza della diciottenne attrice spagnola Maria Valverde, autolesionista ninfetta più legata alla nonna che alla mamma (una Fabrizia Sacchi brava come debole genitrice immatura), al pari della propria ne Le età di Lulù. Dove la fascinosa interprete trentina passava da unavventura della carne allaltra, con la leggerezza della gioventù. «Da tempo volevo fare la produttrice, né temo le critiche al riguardo di una certa morbosità della pellicola: aspettiamo il visto della censura», chiarisce la Neri. «Sono madre, sono donna, sono stata adolescente e questa è una storia che i genitori devono vedere, per capire i propri figli, né è stato semplice operare delle scelte, per narrare lintero tragitto di Melissa», conclude. La scrittrice Barbara Alberti, invece, spicca alla sola idea che si possa sospettare unoperazione commerciale, a base di sesso esplicito, primi piani su bocche e slip e generiche discese allinferno di un peep-show claustrofobico. «Fossimo stati paraculetti, avremmo copiato alla lettera un libro che ha venduto milioni di copie. Trovo coraggioso tentare altro: ladolescenza non finisce mai», vaticina la sceneggiatrice.
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