Unestate preziosa come un antico carillon dal quale escono melodie classiche che rapiscono chi le ascolta. Il primo Festival della musica classica genovese che alzerà il sipario domani a Palazzo Tursi, si ripropone di far conoscere testi musicali di autori genovesi poco conosciuti, molti dei quali strettamente legati per committenza con le istituzioni civiche ed ecclesiatiche dellantica Repubblica, e con le più note famiglie dellaritrocrazia genovese. Due opere liriche, un oratorio, vari concerti e sinfonie che verranno eseguite in ambienti suggestivi come Palazzo Rosso, lOratorio san Filippo e Palazzo Tursi, antiche dimore che permetteranno agli arpeggi e alle melodie di volare, ma che faranno fare anche un tuffo nel passato a chi sarà presente ai concerti.
«Estate, tempo di musica e ogni cittadina ha il suo Festival - dice Paolo Mangiante, direttore artistico dela rassegna -. Ciò che contraddistingue queste serate, realizzate in collaborazione con la Fondazione De Ferrari, che le differenzia da tutte le altre manifestazioni simili è il sottofondo culturale. La musica genovese è conosciuta grazie al virtuosismo di Paganini, ma lo scopo di questo festival è quello di svelare cosa ci fu prima e dopo il grande violinista. Tutto è nato dal ritrovamento fortuito del libretto dellopera lirica Il nuovo don Chisciotte del genovese Pietro Calvi, musicato da Francesco Bianchi. Dopo una lunga ricerca riuscimmo a trovare anche la partitura musicale che grazie al maestro Cecconi ha trovato ora una sua completezza. Questa scoperta mi ha offerto loccasione di alzare il velo che il tempo e il disinteresse hanno calato sulla civiltà musicale dei secoli passati a Genova che era assai intensa e vivace».
Cinque appuntamenti che impreziosiranno lestate genovese. Un programma variegato che vanta autori locali come Gnecco, Anfossi, Isola, Mariani, Bisso e compositori che a Genova hanno soggiornato e operato a lungo come Stradella, Galuppi e Bianchi. Lassessore alla cultura del Comune di Genova sottolinea limportanza di questa rassegna musicale, che sinserisce in un più ampio percorso di riscoperta e di valorizzazione dei musei cittadini. «Prosegue lestate nei musei - dice Luca Borzani -, un filone che accompagnerà da domani al 30 settembre linaugurazione dei nuovi spazi musicali di Palazzo Rosso. Quello che si è ottenuto con il recupero di queste partiture di questi testi è importante anche dal punto di vista qualitativo. Dobbiamo ringraziare la compagnia di San Paolo per il contributo significativo che ci ha offerto». Un lavoro lungo e difficile si cela dietro allo splendore di queste serate musicali. «Ogni composizione ha avuto bisogno di essere rivisitata - spiega Maria Rosa Moretti, studiosa e musicista -. Le difficoltà più grandi le abbiamo avute sul Don Chisciotte». Il maestro Raffaele Cecconi che per un anno ha lavorato sulla partitura dellopera adesso manifesta la sua grande soddisfazione per i risultati ottenuti. «È stato un progetto che mi ha coinvolto molto - dice -. Ricostruire i tre atti è stata unimpresa ardua perché molte pagine non avevano il testo e i recitativi a volte erano appena abbozzati.
Melodie dal passato portano la firma di autori genovesi
Cinque appuntamenti con opere liriche, oratori e sinfonie dallantica Repubblica
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.