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Meloni analcolica in punta di fioretto

Il fioretto è per gli spiriti forti, per le moralità motivate, per gli spasmodici dell'impegno

Meloni analcolica in punta di fioretto
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Il fioretto è, prima di tutto, un braccio di ferro con se stessi. Certo ha dei vantaggi, che di norma sono calorici, perché per la maggior parte comporta rinunce che riguardano dolci, carboidrati e alcol. I più fortunati, pur di rispettarlo, applicano limitazioni persino sulla sfera sessuale e sono fortunati perché vuol dire che hanno una sfera sessuale da sacrificare alla causa. Sostanzialmente è un modo di stare a dieta (di qualsiasi cosa) giustificandola con questioni più alte. Perché se fosse solo per dare sollievo alla bilancia, ci sentiremmo troppo ordinari. Il fioretto ammanta la rinuncia di un che di morale e impegnato che una semplice condotta alimentare ipocalorica non sarebbe mai in grado di giustificare.

Di norma l'astinenza si fa a maggio che è il mese della Madonna. Conosciamo un sacco di gente che tra aprile e giugno diventa intrattabile perché smette di pasteggiare a vino o evita di concludere il desinare con un whisky torbato. Mentre quelli che, per onorare la Vergine, si privano di altro, di norma non lo confessano. Però il fioretto è un impegno nell'impegno. Difficile che gli sfaccendati si condannino a una prova tanto proibitiva. Il fioretto è per gli spiriti forti, per le moralità motivate, per gli spasmodici dell'impegno. Ma di fatto è una "privazione da champagne" cioè fatta per gente che non subisce altre privazioni. E che quindi se le infligge per scelta. Però che Gorgia Meloni, intenta a portare a casa la manovra, a ritagliare per l'Italia un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale, pronta a spendersi per il referendum sulla Giustizia di primavera, capace di rinunciare pubblicamente a un compagno dalla condotta confusionaria ma fisicamente gagliardo come Andrea Giambruno, si prenda la briga di fare un fioretto che prevede niente alcol a meno di un mese da Natale, indipendentemente dalle ragioni, ha qualcosa di eroico. Lo ha annunciato a Padova poi, che è un po' come dichiararsi intollerante al lattosio in Francia

"Non se ne parla, ho fatto il fioretto. Brindiamo a Natale" ha risposto la presidente del Consiglio a Padova in occasione delle elezioni regionali, dopo la vittoria di Alberto Stefani declinando l'invito al suo aperitivo preferito, e cioè quello spritz che anche Mario Draghi dichiarò pubblicamente di adorare, rigorosamente a base Campari. Un amarone calice per gli italiani ma l'ennesima conferma del fatto che Giorgia ha tutto sotto controllo e su di lei si può contare. Se serve, rinuncia allo spritz, alle sigarette, a urlare in faccia all'indisponente presidente francese Macron e a perdere le staffe davanti all'euro sabotatore Orban. Giorgia è la donna del controllo. Che pare un ossimoro tranne quando si tratta di lei, che infatti è diventata la prima presidente del Consiglio femmina della storia d'Italia.

Il fioretto di Giorgia è la materializzazione più concreta, pratica e casalinga di ciò che, per estensione, la signora Meloni è in grado di fare. "Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana". E un po' anche santa, aggiungiamo noi, se sa essere così ascetica da rinunciare a un bicchiere a un mese dal Natale.

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