La Meloni dribbla la polemica sui gadget: mai contro gli ebrei

L’«agguato» era pronto. Ed era pure scontato, considerato che il ministro della Gioventù Giorgia Meloni (nella foto), prima di approdare a Palazzo Chigi, è stata per anni leader di Azione giovani. Ma alla Sinagoga di Roma, all’incontro con la comunità ebraica della Capitale, la polemica sui gadget fascisti di Azione giovani è stata stroncata sul nascere. E proprio dal ministro, che al presidente della comunità Riccardo Pacifici ha risposto con garbo ma con fermezza: «Azione giovani non ha mai sostenuto l’ostilità contro gli ebrei».
Una schermaglia a colpi di fioretto, più che un duello. A dare la prima stoccata è Pacifici: «La “simbologia” utilizzata nelle feste e nelle sedi di Azione giovani, in particolare alcuni gadget venduti, esprime “atteggiamenti nostalgici” del fascismo e una posizione contro gli ebrei. È giusto dirlo, ci sono ancora posizioni nel Pdl che ci imbarazzano molto. Siamo consapevoli che una parte del Pdl deve ancora “digerire” un percorso fatto su questi temi».
Ma il ministro Meloni non si lascia prendere in contropiede: «Azione giovani ha fatto un percorso lineare e importante. È normale che fra tante migliaia di giovani iscritti ci siano posizioni diverse, ma restano individuali e nell’ambito politico. Diversa è invece l’ostilità, che il movimento non ha mai sostenuto contro gli ebrei. Da Azione giovani non c’è stato alcun tentativo di prendere una posizione diversa da quella assunta dal partito. Su questo percorso vogliamo andare avanti».

Il ministro Meloni, che ha incontrato pure il rabbino capo Riccardo Di Segni ha rincarato la dose visitando il museo della Sinagoga: «I giovani della comunità ebraica rappresentano un valore», ha sottolineato chiedendone la collaborazione. E Pacifici ha raccolto: «Siamo qui per prenderci la mano e metterci a disposizione per farci conoscere, perché i giovani siano informati e si rompa il muro dell’ignoranza».

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