GenovaIl ministro Giorgia Meloni sgrana gli occhi verdi e taglia corto: «Non lo sapevo». Poi interroga con lo sguardo uno dei suoi collaboratori e promette che «sì, lo verifichiamo, lo andremo a verificare». Lo ripete, e i modi sbrigativi cancellano lincertezza. Il sito www.beyorself.it, che contiene fumetti dal contenuto pornografico e di linguaggio volgare più che esplicito e che è stato indicato tra i siti «educativi» dal comitato per il Gay Pride, è stato realizzato nellambito di Progetto Giovani, ovvero unemanazione del ministero della Gioventù. Basta cliccare sul sito in questione e arrivare a fondo pagina per collegarsi direttamente con il portale del dicastero della Meloni, indicato tra i propri sostenitori.
Al contrario, il ministro, presente ieri nel capoluogo ligure per il convegno realizzato da Arcigay sul «Disagio giovanile e omofobia» ha condannato senza mezzi termini liniziativa di coinvolgere i bambini nella questione omosessuale propinando loro favole gay e via discorrendo. «I bambini vanno esentati - ha detto il ministro a margine del convegno -, la tematica omosessuale non li riguarda, non ci sono episodi di omofobia nelletà infantile». E a proposito dei siti pornografici ha aggiunto: «Comprendo chi si è indignato per quello che è uscito su il Giornale, i bambini vanno tenuti fuori». Secondo i promotori della giornata dedicata alle favole gay alla Biblioteca Internazionale De Amicis, invece, i contenuti del sito sarebbero stati segnalati solo agli educatori, non certo ai bambini o ai ragazzi giovanissimi. Qualcuno però spiegherà che ragione vi sia nellusare con persone adulte e nel ruolo di insegnanti un linguaggio volgare al punto da giocare sui doppi sensi, condito da immagini a fumetti di sesso omosessuale, eterosessuale e di gruppo, con tanto di orsetti nel ruolo di commentatori. «Sono siti realizzati in collaborazione con il governo e con organismi europei», ha puntualizzato Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, che ieri a Genova ha presenziato al convegno su «Disagio giovanile e omofobia», parte delle manifestazioni di avvicinamento al Gay Pride che si svolgerà nel capoluogo ligure il 27 giugno prossimo. Mancuso ha chiesto al ministro una legge che persegua lomofobia. Ma la Meloni è stata chiara: no ai reati di opinione. «La parola omofobia in Italia - ha spiegato - significa un sacco di cose. Io sono stata tacciata di essere omofobica perché non sono daccordo sulla adozione da parte delle coppie omosessuali».
Contro le favole gay si scagliano i parlamentari del Pdl. «Le scandalose e disgustose iniziative per bambini che il Comitato Pride di Genova ha organizzato allinterno della Biblioteca comunale De Amicis, per di più con il plauso del sindaco vanno bloccate», è il parere dellonorevole Barbara Saltamartini responsabile Pari opportunità del Pdl. Insieme a lei, Michele Scandroglio, coordinatore ligure del Pdl, ha presentato uninterrogazione urgente ai ministri dellInterno Maroni, delle Pari Opportunità Carfagna e dellIstruzione, a Gelmini. «Quello che sta avvenendo a Genova è a dir poco sconvolgente - dice Saltamertini -. Ai bambini sono state propinate favole a sfondo omosessuale per educarli, a detta del portavoce del Gay Pride, allesistenza di diverse tipologie di famiglie. Come se non bastasse, sono stati diffusi opuscoli con una serie di siti internet consigliati ai minori.
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