Meno costi e un grande alleato Alitalia decolla con 137 aerei

da Milano

Tutto nasce da un presupposto di base: una compagnia nazionale o è fortemente leader sul proprio mercato, o non è in grado di reggere la concorrenza. Air France, Lufthansa, British, Iberia, dominano i rispettivi Paesi con quote tra il 60 e il 90%; l’Alitalia è precipitata sempre più in basso, rispetto all’antico monopolio, e solo l’aggregazione con Air One le permetterà di risalire al 56% e di razionalizzare il network. I collegamenti delle due compagnie oggi sono prevalentemente sovrapposti, e lo sfoltimento reso possibile dall’integrazione sarà fonte di risparmi di costi e di maggiore efficienza tariffaria. L’aggregazione tra Alitalia (una parte) e Air One (tutta) è talmente necessaria, che era prevista anche nella prima fase di gara, lo scorso anno; allora il candidato all’acquisto era proprio Air One.
La Nuova Alitalia avrà, al suo avvio, 12.500 dipendenti e una flotta di 137 aerei, che saliranno a 158 (la somma di Alitalia più Air One oggi dà circa 220 aerei). I 60 Airbus ordinati da Air One andranno progressivamente a sostituire i «vecchi» Md80 dell’Alitalia, che quindi decolleranno ancora per qualche anno. Le destinazioni scelte per il network copriranno l’Italia in maniera capillare (24 destinazioni, tra cui la regina dei profitti, la Linate-Fiumicino), e la flotta sarà organizzata con un modello «multibase»; gli aerei risiederanno, cioè, in sei città italiane (Milano, Torino, Venezia, Roma, Napoli, Catania), secondo il modello ben rodato, per esempio, da Ryanair. Permette risparmi negli spostamenti degli equipaggi, che vivranno nelle rispettive città, e non più soltanto a Roma. La parte maggiore delle destinazioni riguarderà l’Europa, dove il discorso cambia: mentre in Italia non ci sarà quasi competizione, i collegamenti con le città europee sono presidiati da una concorrenza agguerrita e difficile da contrastare. La Nuova Alitalia avrà poi 16-18 collegamenti di lungo raggio, quasi tutti da Malpensa, che tornerà a essere, secondo il piano Fenice, la vera base intercontinentale. Ma la flotta di lungo raggio, all’inizio, non avrà più di una quindicina di aerei; ciò significa che alcune destinazioni non saranno servite quotidianamente.
La Nuova Alitalia, pur ridimensionata, prevede il raggiungimento del pareggio operativo in poco più di due anni, e un aumento dei passeggeri del 2% all’anno. Partirà di slancio, anche grazie alla campagna mediatica che ha accompagnato tutta l’operazione, condotta con il preciso scopo di tener alto l’orgoglio nazionale. Ma non ci si può negare che continuerà, come prima e forse di più, a essere «troppo piccola per essere grande, e troppo grande per essere piccola», come tanti esperti hanno notato in questi anni. Le alleanze internazionali saranno dunque fondamentali. Oggi il principale partner commerciale è Air France, con cui vengono operati i voli Italia-Francia, e l’appartenenza all’alleanza globale di SkyTeam permette al viaggiatore di Alitalia di muoversi in tutto il mondo, con le compagnie associate, senza interruzione tra i vari segmenti del viaggio.
Ma alla nuova compagnia servirà, rapidamente, anche un alleato estero al suo interno, che possa dare solidità alle strategie e alle scelte industriali. Molti pensano che la spunterà Air France, avvantaggiata dai rapporti in essere, ma i colloqui proseguono anche con Lufthansa.

Anche se è da aspettarsi che all’inizio la presenza del socio estero sarà discreta, in virtù del partner si giocheranno anche le partite degli aeroporti: Lufthansa, come il piano Fenice, punta su Malpensa, Air France su Fiumicino.

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