Meno fondi al Besta, ma la ricerca funziona

Meno fondi al Besta, ma la ricerca funziona

Calano i finanziamenti statali ma, nonostante tutto, l’attività scientifica dell’istituto neurologico Besta continua a salire. È quanto emerge dal bilancio di 3 anni di ricerca (dal 2009 al 2011). La ricerca del Besta ha continuato a crescere, spiega il direttore scientifico della fondazione Ferdinando Cornelio, «nonostante il significativo calo di contributi pubblici italiani passati da 12,7 milioni di euro nel 2008 a 6,7 milioni di euro nel 2009 e a 9,7 milioni di euro nel 2010». Un crollo, prosegue Cornelio, «compensato in parte dall’incremento di finanziamenti da privati, italiani ed esteri», quasi raddoppiati (da 1,7 milioni di euro nel 2008 a 3,2 mln nel 2010).
Poi c’è l’impegno europeo dell’Istituto. Nell’ambito dei progetti quadro la Fondazione Besta coordina 5 progetti strategici e partecipa ad altri undici. In Italia l’Irccs è inserito in diverse reti collaborative nell’ambito delle neuroscienze ed è fra i fondatori dell’Alleanza-rete delle neuroscienze cliniche e riabilitative. Sul fronte degli indicatori di ricerca clinica e sanitaria, crescono i trial clinici indipendenti - del 27% in questo triennio rispetto al precedente) - e salgono, fra le altre voci, anche i percorsi diagnostici e terapeutici e i brevetti.
Fra gli studi ricordati durante l’incontro di presentazione del bilancio scientifico dell’Irccs anche quello nato da un’esperienza pilota del Besta e proseguito con uno studio ancora in corso per valutare se l’eritropoietina, ciclicamente alla ribalta per episodi di doping soprattutto nel mondo del ciclismo, possa avere un’efficacia neuroprotettiva sui pazienti con Sla. La ricerca, che coinvolge 25 centri italiani e 160 pazienti, è stata citata anche perchè finanziata direttamente con i proventi del 5 per mille.


Tra i successi del Besta, l’autorizzazione concessa dall’Aifa per produrre vaccini anti-tumorali per il trattamento del glioblastoma multiforme, il tumore cerebrale più frequente (circa 2.500 nuovi casi ogni anno in Italia).

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